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ITALIA

Tour in Sicilia

Migranti. Salvini: Mediterraneo è diventato un cimitero, basta partenze

"Sulle Ong stiamo lavorando e ho le mie idee: quello che è certo è che gli Stati devono tornare a fare gli Stati e nessun vice scafista deve attraccare nei porti italiani", dice il ministro dell'Interno. E avverte: l'Italia "dirà no alla riforma del regolamento di Dublino e a nuove politiche di asilo"

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"Sui migranti non terremo una linea dura, ma di buon senso". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, arrivando in Sicilia. Prima tappa, Catania. Poi Pozzallo, nel ragusano dove assicura "stiamo lavorando per non farli partire. Il Mediterraneo è diventato un cimitero". Poi ribadisce che la prossima settimana l'Italia "dirà no alla riforma del regolamento di Dublino e a nuove politiche di asilo, occorre ricontrattare in Ue". E a chi gli ricorda la solidarietà di Germania e Francia, Salvini ribatte: "Aspettiamo che passino dalle parole ai fatti". Incalzato dai cronisti sui casi di intemperanza, registrati nei centri di accoglienza, che avrebbero tra i protagonisti migranti tunisini, il ministro dell'Interno replica: "La Tunisia è un Paese libero e democratico che non sta esportando gentiluomini ma spesso e volentieri esporta galeotti. Parlerò con il mio omologo tunisino". Alla domanda infine sulla tenuta dell'alleanza con Forza Italia e Fratelli d'Italia spiega: "Il centrodestra non è demolito, ma continuerà ad esistere e noi applicheremo il programma del centrodestra contenuto nel patto di governo". In serata - annuncia - sentirò telefonicamente Silvio Berlusconi. Sui rapporti con i grillini spiega: "Quello che non è scritto nel contratto Cinquestelle-Lega non sarà preso in discussione, così eviteremo di litigare". 

Smistare risorse migranti per accordi paesi di origine
"Se costeranno troppo i respingimenti? "E' più costoso mantenere in Italia, negli alberghi, 176mila persone. Spendiamo una parte di quei soldi per accordi con i loro Paesi origine, per costruire un futuro per queste persone là". Lo afferma il ministro dell'Interno Matteo Salvini dall'hotspot di Pozzallo che, sottolinea, "è gestito in maniera eccellente".

"Servono strutture chiuse, protette, per gente che deve essere espulsa. Oggi succede che gli dai un foglietto e gli chiedi l'autoespulsione che evidentemente non avverrà mai", sottolinea Salvini osservando la lunghezza delle pratica ("fanno ricorso si arriva a due anni e mezzo") per le procedure di espulsione. "E' una follia, bisogna parlarne anche con il ministro della Giustizia, qui c'è qualcuno che ci guadagna e ci sono delle terre i cui abitanti non dovrebbero neanche chiedere asilo", aggiunge.

Salvini: per clandestini è finita la pacchia
Al suo primo appuntamento pubblico come ministro dell'Interno, Matteo Salvini torna a sfoderare toni e affermazioni da campagna elettorale. E così, prima di proseguire il suo tour in Sicilia e con tappa prevista a Pozzallo dove c'è stato uno sbarco di migranti, il segretario della Lega a Vicenza per appoggiare il candidato sindaco Francesco Rucco, non risparmia le bordate. "Per i clandestini è finita la pacchia - dice - devono fare le valigie, con calma, ma se ne devono andare". E ancora:

"Sulle Ong stiamo lavorando e ho le mie idee: quello che è certo è che gli Stati devono tornare a fare gli Stati e nessun vice scafista deve attraccare nei porti italiani". Nel porto di Pozzallo c'è un hotspot per accogliere i migranti salvati dalle acque del Mediterraneo e il responsabile del Viminale oggi arriverà alle 15 nella cittadina del ragusano, dove nelle ultime ore sono arrivati moltissimi migranti, complici anche le condizioni meteo favorevoli. In mattinata, invece, Salvini sarà a Catania e a alle 17.30 concluderà la sua domenica siciliana a Modica.
 
Salvini: la Sicilia è la nostra frontiera
Salvini arrivando alla parata del 2 Giugno ai Fori Imperiali, ha definito la Sicilia "la nostra frontiera". "Voglio migliorare gli accordi con i Paesi da cui arrivano migliaia di disperati per il bene nostro e loro", ha aggiunto il leader del Carroccio, precisando che in Italia "non possiamo permetterci né per loro né per noi di continuare a mantenere alcune centinaia di migliaia" di migranti.
 
Solo ieri il segretario della Lega aveva annunciato un drastico taglio ai fondi destinati all'accoglienza. "Cinque miliardi sono troppi", aveva detto. Per poi dirsi "disponibile a ragionare su come aiutare anche economicamente i Paesi d'origine della migrazione. Dobbiamo andare in Tunisia, da dove parte la maggior parte di chi sbarca, in Marocco, in Egitto, in Libia anche se la situazione è complicata, a concordare che le partenze devono diminuire nell'interesse di tutti. Dobbiamo aiutare, anche economicamente questi Paesi, in modo che crescano le aziende, si aiutino le famiglie, e non partano più barconi".
 
Più morbide, invece, le posizioni che Salvini fa registrare per chi chiede legittimamente asilo. "Se uno scappa dalla guerra è il benvenuto - dice - altrimenti tutti gli altri non devono partire, e se partono non possono rimanere in Italia: se torna l'allarme a casa nostra ho le idee chiare su come porre la questione all'attenzione mondiale". "Martedì - conclude - ci sarà un vertice dei ministri dell'Interno Ue che però rappresenta un passo indietro per l'Italia: c'è in discussione un progetto che se dovesse passare vorrebbe dire altri 100mila migranti a casa nostra, qualcosa che non sta nè in cielo nè in terra e noi diremo di no".


 
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