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ITALIA

Stupefacenti

Spacciavano droga con WhatsApp: arresti e denunce a Monza

La polizia ha individuato una rete di giovani e insospettabili pusher: per comunicare con i clienti usavano "faccine" ed "emoticon" come linguaggio in codice

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Una complessa rete di giovani e giovanissimi, tutti italiani, che spacciavano marijuana, hashish, cocaina e droghe sintetiche usando WhatsApp, la popolare applicazione per telefonini, e Facebook. E' quanto emerso in un'operazione della polizia a Monza. Gli indagati sono 61, tra i quali otto arrestati e cinque giovani sottoposti all'obbligo di dimora. L'indagine, che ha messo a nudo una sorta di codice per l'acquisto di droga basato su "faccine" ed "emoticon" è nata dal malore subito da una ragazza un anno fa.

I linguaggi in codice
Nell'indagine gli investigatori del commissariato di Monza sono riusciti a decifrare il linguaggio in codice utilizzato dai giovani: le più comuni emoticon rappresentavano i diversi tipi di droga ed espressioni comunissime tra i giovani avevano, in realtà, significati commerciali, come "andiamo a bere" o "dieci libri di scienze". La rete era molto estesa, tanto che i poliziotti hanno eseguito un'ordinanza emessa dal gip del tribunale di Monza nei confronti di tredici indagati, cui si sono aggiunti una cinquantina di decreti di perquisizione. Tra le otto persone arrestate sette sono state bloccate in flagranza per l'ingente materiale trovato in casa proprio durante le perquisizioni. Scoperta anche una miniserra per la coltivazione casalinga delle piantine di marijuana.   
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