CULTURA
La scrittrice aveva 87 anni
E' morta Joan Didion, ha raccontato le donne e il suo dolore
E' stata una delle voci più celebri e iconiche della narrativa americana, tra le maggiori rappresentanti del New Journalism
Didion ha scritto per le più importanti testate americane, anche come corrispondente dall'estero, ed è stata una delle firme più in vista del New Journalism, dando vita a uno stile anticonvenzionale di giornalismo degli anni '60 e '70 capace di mescolare narrativa e saggistica. Con i libri "L'album bianco" (1979; Il Saggiatore, 2015), "Salvador" (1983), "Miami" (1987; Mondadori, 2006, Il Saggiatore 2016) ha dato espressione lucida e provocatoria ai problemi delle donne della sua generazione. Da "Prendila così" (1970; Bompiani, 1978; Il Saggiatore, 2014) a "Diglielo da parte mia" (1977; Bompiani, 1979; Edizioni E/O, 2013) a "Democracy" (1984; Frassinelli, 1984; Edizioni E/O, 2014) ha affinato la sua scrittura, fino a farne un duro, efficace scandaglio dell'odierno universo tecnologico.
Le sue figure femminili, isolate, straniate o in fuga, campeggiano sullo sfondo di realtà sociali o politiche stravolte che non lasciano spazi di evasione dalla storia. Nelle opere più recenti, tra narrativa e saggio, ha rievocato vicende autobiografiche: "Da dove vengo" (2003; Il Saggiatore, 2018) ricorda la figura della madre; "L'anno del pensiero magico" (2005; Il Saggiatore, 2008) è il lucido resoconto delle strategie messe in atto per accettare i due eventi choc che in pochi giorni hanno stravolto la sua vita: la morte improvvisa del marito nel 2003, lo scrittore John Gregory Dunne, e la grave malattia della figlia Quintana. Dopo essersi ripresa nel 2004, la figlia morì di pancreatite acuta il 26 agosto 2005, all'età di 39 anni. Didion ha scritto di questa drammatica esperienza nel suo libro del 2011 "Blue Nights" (Il Saggiatore, 2012). Per "L'anno del pensiero magico" ha vinto il National Book Award. Nel 2013 ha ricevuto dalle mani del presidente americano Barack Obama la National Humanities Medal.
Joan Didion era nata a Sacramento, in California, il 5 dicembre 1934. Nel 1956 si laureò presso l'Università della California, Berkeley con un Bachelor of Arts in Lettere. Durante il secondo anno di studio a 21 anni vinse un concorso di saggistica sponsorizzato dal mensile di moda "Vogue" che le affidò un lavoro come assistente alla ricerca presso la rivista. Nel corso dei due anni in cui lavorò a "Vogue", Didion venne promossa da copywriter a redattrice. In questo periodo scrisse il suo primo romanzo, "Run River", pubblicato nel 1963 (Il Saggiatore, 2016). Successivamente lasciò New York: 1964 dopo aver sposato lo scrittore, giornalista e sceneggiatore John Gregory Dunne si trasferì in California. Nel 1968 pubblicò "Verso Betlemme" (Il Saggiatore, 2008), il suo primo lavoro di saggistica, costituito da una raccolta di articoli scritti per riviste sulla sua esperienza in California. Nel 1979 esce "The White Album" (L'album bianco), un'altra raccolta di articoli pubblicati in precedenza su riviste quali "Life", "Esquire", "The Saturday Evening Post", "The New York Times" e "The New York Review of Books". "Prendila così", ambientato a Hollywood, viene pubblicato nel 1970, a cui segue nel 1977 "Diglielo da parte mia". Un altro libro di narrativa, "Democracy", che narra la storia di un amore non corrisposto tra una ricca ereditiera e un uomo anziano, agente della Cia, sullo sfondo della Guerra Fredda e della Guerra del Vietnam, viene dato alle stampe nel 1984. "Miami" (1987), libro di saggistica, narra della comunità di espatriati cubani a Miami. Con il marito ha lavorato fianco a fianco nel campo della sceneggiatura cinematografica. Insieme hanno scritto i soggetti per i film "Qualcosa di personale", "L'assoluzione", "È nata una stella", "Ma che razza di amici!".