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ITALIA

Via Mario Fani

Roma, imbrattata con scritte e svastiche la base della lapide per Aldo Moro e la sua scorta

Infangata la memoria dello statista Dc sequestrato e dei 5 uomini della scorta trucidati il 16 marzo  1978 dalle Brigate rosse. I familiari di Moro: mondo privo di esempi porta al caos 

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Una scritta, fatta con lo spray, 'A morte le guardie', e una svastica, è stata scoperta questa mattina poco dopo le ore 7 sulla base di cemento della lapide commemorativa di Aldo Moro e della sua scorta in via Fani a Roma. La lapide era stata rimossa in precedenza per lavori di restauro.

Sulla vicenda indaga la Polizia del commissariato Monte Mario.

La lapide sorge sul luogo del rapimento del leader della Democrazia cristiana e dell'uccisione della sua scorta da parte di un commando di terroristi delle Brigate Rosse il 16 marzo 1978. Nella strage trovarono la morte il maresciallo dei carabinieri Oreste Leonardi e i poliziotti Domenico Ricci, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera, Francesco Zizzi. 

I familiari di Moro: mondo privo di esempi porta al caos 
"L'odio può essere affrontato e vinto definitivamente solo con l'amore. Un mondo privo di esempi porta inevitabilmente al caos". E' quanto dichiara Luca Moro, nipote di Aldo Moro, in merito alle scritte oltraggiose comparse stamani sul monumento che ricorda le vittime della strage di via Fani. "Quando Luca era piccolo, - dichiara Maria Fida Modo, primogenita di Aldo Moro - voleva che entrambi ci mettessimo a fare la guardia davanti alla targa commemorativa di via Fani, perché si dispiaceva di vedere i fiori calpestati e i barattoli che fungevano da vasi ribaltati. Ma Luca aveva fatto in tempo a recepire l'esempio di straordinaria bontà di suo nonno. Dal canto mio mi limito a riportare una massima di un anonimo del 600 che piaceva tanto a papà: il male fiorisce dove chi può non fa il bene".

I parenti delle vittime: atto vergognoso 
"Una azione vergognosa e un insulto per i tanti servitori dello stato che hanno perso la vita per mantenere la schiena dritta alla democrazia di questo Paese". Così commentano i familiari delle vittime di via Fani, per bocca del loro legale, l'avvocato Valter Biscotti, le scritte comparse sulla base della lapide. 
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