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POLITICA

L'intervista

​Napolitano: "Errori dopo l'11 settembre". Sull'Europa: "Non sia un semestre di soli affari interni"

Il capo dello Stato in un'intervista alla Stampa: "L'Ue dia impulsi di pace, dalla Siria all'Iraq fino all'instabilità della Libia"

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Il semestre di presidenza italiana dell'Unione europea si è aperto in un quadro "di allarmante aggravamento della situazione internazionale", ragion per cui "questo non potrà essere un semestre solo di affari interni della Ue", ma "deve essere anche un semestre di forti impulsi europei per costruire una prospettiva di stabilizzazione e pacificazione a Est e Sud dell'Europa". Lo ha detto il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in un'intervista con il direttore de La Stampa, Mario Calabresi.    

La crisi
"In questi lunghi anni di crisi finanziaria ed economica, la dimensione della politica estera e di sicurezza comune europea è purtroppo rimasta drammaticamente sacrificata", ha spiegato Napolitano, ma ora emergono "tensioni e conflitti con cui malamente conviviamo da molti anni e nuovi focolai di contrapposizione".

Dunque secondo il presidente della Repubblica "coltivare questo spazio è diventato essenziale: lo si chiede all'Europa da diverse parti e in modo particolare da una presidenza americana ben consapevole di non poter supplire, come nel passato, a insufficienze europee specie nel campo della sicurezza".    

Dopo l'11 settembre
Napolitano evidenzia anche come "la comunità internazionale, dal dopo 11 settembre 2001, non sia riuscita ad affrontare e ad avviare a soluzione con mezzi politico-diplomatici nessuna crisi e non sia riuscita a disinnescare nessuna sfida". "Esempi assillanti", dice il capo dello Stato, di "una tale insufficienza o impotenza politica" sono i "fallimenti dei tentativi di negoziato" tra Israele e Autorità palestinese, e il superamento del conflitto in Siria. Situazioni che, secondo il presidente, rischiano di incrociarsi ora con "l'attacco fondamentalista in Iraq".    

Immigrazione
Il presidente parla con La Stampa anche di immigrazione: "Le sfide che vengono dal Mediterraneo e che trovano la loro espressione drammatica nel massiccio flusso di migranti e di richiedenti asilo verso l'Italia e l'Europa devono avere un posto di rilievo accanto ai problemi e agli assilli provenienti da altri punti cardinali".
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