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ITALIA

Il papa a Cesena: si torni a fare buona politca, la corruzione è il suo tarlo

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"La politica e' sembrata in questi anni a volte ritrarsi di fronte all'aggressivita' e alla pervasivita' di altre forme di potere, come quella finanziaria e quella mediatica". Lo ha denunciato Papa Francesco nell'incontro con la cittadinanza in piazza del Popolo a Cesena. "Occorre rilanciare - ha detto - i diritti della buona politica, la sua idoneità specifica a servire il bene pubblico, ad agire in modo da diminuire le disuguaglianze, a promuovere con misure concrete il bene delle famiglie, a fornire una solida cornice di diritti-doveri e a renderli effettivi per tutti".     "Il popolo, che si riconosce in un ethos e in una cultura propria, si attende dalla buona politica - ha scandito - la difesa e lo sviluppo armonico di questo patrimonio e delle sue migliori potenzialità".      "Preghiamo - ha aggiunto rivolto alla folla di Cesena - il Signore perché susciti buoni politici, che abbiano davvero a cuore la società, il popolo e il bene dei poveri. A Lui, Dio di giustizia e di pace, affido la vita sociale e civile della vostra citta'".  

"La corruzione - ha detto il Papa a Cesena,  il tarlo della vocazione politica, la corruzione non lascia crescere la civiltà e il buon politico ha anche la propria croce quando vuol essere buono perché deve lasciare tante volte le sue idee personali per prendere le iniziative degli altri e armonizzarle, accomunarli perché sia bene comune, in questo senso il buon politico sente di essere un martire, diciamo così al servizio perché lascia le proprie idee, ma le mette a servizio per andare verso il bene comune".     Papa Francesco ha pronunciato il suo primo discorso in Emilia Romagna in Piazza del Popolo, che ha ricordato che a Cesena è chiamata semplicemente "la Piazza", in quanto "spazio pubblico in cui si prendono decisioni rilevanti per la città nel suo Palazzo Comunale e si avviano iniziative economiche e sociali". "E' un luogo emblematico - ha detto -  dove le aspirazioni dei singoli si confrontano con le esigenze, le aspettative e i sogni dell'intera cittadinanza; dove i gruppi particolari prendono coscienza che i loro desideri vanno armonizzati con quelli della collettività". "Io diro', permettemi l'espressione - ha aggiunto - che questa piazza si impasta il bene comune di tutti, qui si lavora per il bene comune di tutti, questa armonizzazione dei beni propri con i beni della comunita'. Qui si  apprende che, senza perseguire con costanza, impegno e intelligenza il bene comune, nemmeno i singoli potranno usufruire dei loro diritti e realizzare le loro piu' nobili aspirazioni, perché verrebbe meno lo spazio ordinato e civile in cui vivere e operare".     

Secondo Francesco. "la centralità della piazza manda dunque il messaggio che è essenziale lavorare tutti insieme per il bene comune. E' questa - ha scandito - la base del buon governo della citta', che la rende bella, sana e accogliente, crocevia di iniziative e motore di uno sviluppo sostenibile e integrale". "Questa piazza, come tutte le altre piazze d'Italia, richiama - ha concluso - la necessità, per la vita della comunita', della buona politica; non di quella asservita alle ambizioni individuali o alla prepotenza di fazioni o centri di interessi".  
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