ITALIA
Inchiesta "New Bridge"
Blitz di polizia ed Fbi contro la 'ndrangheta: così la mafia controllava il traffico di droga
Coinvolti dei presunti appartenenti alle cosche che tra gli Usa e la Calabria gestivano il businness dello smercio di stupefacenti. Un ristorante del Queens gestito da un calabrese la base operativa dell'organizzazione
Operazione "New Bridge"
Alleanze che già erano emerse nell'ambito dell'inchiesta "New Bridge": in quell'occasione gli investigatori avevano infatti dimostrato l'esistenza di un "ponte" tra New York e la Calabria, costruito attraverso l'alleanza delle famiglie mafiose americane con le cosche dell'area ionica e reggina.
Il ristorante centro dell'operazione
Un ristorante nel Queens, a New York, gestito da un calabrese incensurato assieme alla moglie e al figlio: era questa, secondo quanto ricostruito dagli investigatori attraverso intercettazioni audio e video, la base dell'organizzazione che controllava un imponente traffico di droga tra gli Stati Uniti e l'Italia. L'uomo, assieme ai familiari, è stato arrestato nelle settimane scorse: nel corso della perquisizione nel ristorante sono stati sequestrate oltre centomila dollari, sei pistole, un fucile, cocaina e marijuana.
I fermati e gli indagati
Le autorità americane hanno eseguito 3 arresti mentre quelle italiane, su disposizione della Dda di Reggio Calabria, 13 fermi. L'accusa nei loro confronti è associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, aggravata dalla transnazionalità e dalle modalità mafiose. La figura più importante dell'inchiesta è Gregorio Gigliotti, il titolare del ristorante nel Queens che era, secondo l'accusa, la base dell'organizzazione. L'uomo è stato arrestato dalle autorità americane assieme alla moglie Eleonora e al figlio Angelo. Gli investigatori nel corso delle indagini hanno ricostruito la rete di appoggi sui quali Gigliotti poteva contare in Calabria: tra questi, i più importanti era Franco Fazio, parente della moglie di Gigliotti, e i fratelli Francesco e Carmine Violi, con cui lo stesso Fazio era in stretti rapporti. I fratelli Violi, a loro volta, sono parenti con appartenenti alla cosca degli Alvaro. Fazio era dunque l'uomo di fiducia del ristoratore in Calabria ed era colui che contattava i soggetti interessati ad acquistare la droga in tutta la regione. E tra i principali destinatari della cocaina c'era, appunto, Francesco Violi.
Tra gli arrestati anche un candidato alle comunali di Lamezia
C'è anche un candidato alle elezioni comunali di Lamezia Terme, in programma per il 31 maggio, tra gli arrestati dell'inchiesta. E' Franco Fazio, 46 anni, candidato nella lista del Cdu che sostiene il candidato sindaco di Lamezia Terme del centrodestra Mascaro alle prossime elezioni comunali. Secondo gli inquirenti, l'aspirante consigliere non è un tipo qualunque, bensì il braccio operativo del narcotrafficante Gregorio Gigliotti. Seguendo Fazio gli investigatori sono riusciti a ricostruire una lunga serie di contatti con i principali clan calabresi. Il candidato consigliere sarebbe cioé uno dei principali broker della droga, capace di stringere accordi con gli uomini delle 'ndrine più potenti: i Violi di Sinopoli, i Berlingieri di Catanzaro, più altri esponenti delle cosche.
Alfano: "Duro colpo al narcotraffico internazionale"
"Con l'operazione di oggi è stato inferto un duro colpo al narcotraffico internazionale. Lo Stato ha riportato un altro importante successo, smantellando un'organizzazione criminale che faceva capo alla 'ndrangheta calabrese e che aveva le sue ramificazioni anche negli Stati Uniti d'America." Lo dichiara in una nota il ministro dell'Interno Angelino Alfano. "E' un'operazione di eccezionale importanza - ha commentato il ministro - perché si è avvalsa, oltre che del coordinamento della Procura Antimafia di Reggio Calabria e dei magistrati di New York, dell'apporto operativo strategico della Polizia italiana che ha portato avanti un ottimo lavoro di squadra con l'FBI, a dimostrazione dell'eccellente livello dei rapporti di collaborazione internazionale. L'indagine ha visto impegnate, infatti, squadre miste di investigatori della Polizia di Stato e agenti delle Agenzie federali americane del Federal Bureau of Investigation e dell'Homeland Security".