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POLITICA

34° Congresso

Prescrizione, Anm: la riforma da sola porta squilibri

Irrinunciabili interventi organici per evitare sbilanciamenti gravi del sistema giudiziario

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di Tiziana Di Giovannandrea La riforma della prescrizione, con lo stop dopo il primo grado di giudizio, svincolata dall'insieme di riforme strutturali necessarie "come da noi contestualmente richieste", "rischia di produrre squilibri complessivi che sarebbe però errato attribuire alla riforma in sé e alla sua ratio ispiratrice".

In questo modo il presidente dell'Anm, Associazione Nazionale Magistrati, Luca Poniz, ha posto l'attenzione sulla estinzione del reato e la conseguente archiviazione dei processi in corso, nella relazione introduttiva al 34° Congresso in svolgimento a Genova.

I magistrati sollecitano la politica ad intervenire e trovare la giusta ed equilibrata soluzione: "E' oggi però compito della politica trovare un punto di equilibrio tra irrinunciabili riforme organiche di un sistema complesso, sapendo percorrere vie come il significativo  potenziamento di riti alternativi, oggetto talvolta di pregiudiziali ostilità che nulla hanno a che vedere con una meditata valutazione sul loro fondamento e irrinunciabilità nel sistema processuale vigente, che siano in grado di restituire una coerente efficienza al sistema accusatorio".

Il presidente del sindacato dei magistrati ha quindi ricordato come anche "autorevole dottrina" parli di un "equivoco suggerito da un insano realismo: quello di considerare la prescrizione del reato, che a processo in corso è una patologia del sistema, come un farmaco per curare la lentezza del processo, che è un'altra patologia del sistema. Un male non può rappresentare la cura di un altro male. Se la prescrizione del reato agisce di fatto come metronomo del processo, determinandone i tempi, è dovuto a una disfunzionalità del sistema, che mostra la sua inefficienza attraverso processi troppo lunghi e la sua inefficacia attraverso l'enorme numero di reati che annualmente cadono in prescrizione, garantendo l'impunità agli autori e negando giustizia alle vittime". 

Il tema della riforma della prescrizione divide la maggioranza di governo con i pentastellati che non vogliono alcun rinvio dell'entrata in vigore il 1° gennaio 2020, mentre il Pd vuole che la nuova disciplina non entri in vigore fino a quando non vi sarà un'intesa certa sulla riforma del processo penale.

Reazioni politiche
Andrea Orlando, ex Guardasigilli e vicesegretario del Pd, su Twitter domanda: "La riforma della prescrizione da sola crea squilibri adesso che lo dice anche l’Anm si può prendere in considerazione questo dato? Senza rispondere che chi lo dice è amico dei corrotti (la corruzione di prescrive in 20 anni)!?".

Anche Nicola Zingaretti, segretario del Pd, interviene sul tema dichiarando: "Noi diciamo che accanto alla prescrizione bisogna garantire i tempi certi e brevi del processo. Se questo si ottiene noi non facciamo nessun problema". "Bisogna solo ascoItarsi che è la cosa più bella che si possa fare fra alleati".

Enrico Costa, deputato di Forza Italia e responsabile del dipartimento Giustizia, afferma che il Pd è in malafede: "Il Pd con una mano respinge la riforma Bonafede, condividendo le considerazioni del Presidente dell'Anm, con l'altra mano stende un tappeto rosso alla sua entrata in vigore, bocciando, insieme ai 5 Stelle, la richiesta di urgenza della nostra proposta di legge, che è l'unico veicolo per dire stop a Bonafede. Il Pd non è confuso, è in malafede e fa il gioco di Bonafede". 

La capogruppo di Fratelli d'Italia in Commissione Giustizia della Camera Carolina Varchi afferma: "In assenza della paventata riforma epocale del processo penale, che il ministro Bonafede aveva garantito quale contraltare a questa riforma della prescrizione, riteniamo sia necessario evitare che essa entri in vigore il primo gennaio 2020. La posizione di Fratelli d'Italia è stata sempre molto chiara nel dire che bisogna riformare il processo penale nel senso di rendere i tempi certi e rapidi, affinché gli innocenti si liberino subito del fardello di una gogna per loro insopportabile e i colpevoli siano condannati e assicurati alla giustizia". 
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