EUROPA
Consiglio europeo, le trattative ripartono oggi alle 11
Le posizioni si irrigidiscono, Recovery Plan bloccato
Il consiglio Europeo non trova ancora un accordo tra paesi 'frugali' e i paesi che vogliono un Recovery fund con i sussidi a fondo perduto. La prima giornata finisce con una proposta di compromesso il presidente del Consiglio Europeo, Michel, rifiutata sia da Conte che da Rutte.
Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz mantiene la posizione di paese "frugale" e ribadisce il suo rifiuto della proposta di un Recovery fund che prevede sussidi agli stati per 500 miliardi. Kurz ha twittato: "La nostra richiesta principale è che non ci possa essere una condivisione del debito a lungo termine. Certamente vogliamo mostrare solidarietà, ma abbiamo anche in mente gli interessi dei contribuenti austriaci". Il premier olandese Mark Rutte insiste invece con la richiesta di un'approvazione all'unanimità, in Consiglio, dei piani nazionali di riforma per i paesi beneficiari del Recovery plan.
Oltre che con Pedro Sanchez, il presidente del consiglio trova conferma dell'asse anche con Emmanuel Macron e Angela Merkel. Conte e Sanchez al tavolo del vertice difendono lo schema originario: sia la Commissione europea a valutare i piani nazionali. Ma la proposta di sottoporli al giudizio, a maggioranza, dei capi di governo sarebbe già stata accettata da Merkel. Potrebbe, questo, essere un compromesso impossibile da rifiutare dall'Italia anche se Conte presenta una sua controproposta: lasciare alla commissione valutare i piani di riforma che i singoli paesi presenteranno per accedere ai fondi, con un potere del consiglio, ovvero degli stati, di sollecitare interventi in casi particolari. "Siamo disponibili a entrare nella logica di revisione di qualche dettaglio. Non siamo assolutamente disponibili ad accettare una soluzione di compromesso che alteri non solo l'equilibrio tra le istituzioni europee - questo per noi è una linea rossa - ma anche l'ambizione per quanto riguarda l'ammontare dell'intervento del Recovery fund e il bilanciamento e l'equilibrio interno tra sussidi e prestiti", ha detto Conte.
Per andare incontro alle richieste del premier olandese Mark Rutte, il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha presentato una proposta secondo la quale le decisioni sui finanziamenti del Recovery sarebbero interrotte se non ci fosse un consenso tra i governi e la questione tornerebbe al tavolo del Consiglio. Michel starebbe discutendo con i leader anche una revisione dell'assegnazione dei fondi del Recovery. Secondo quanto emerge la nuova proposta di Michel che prevede che la richiesta di attivare un 'freno di emergenza' per bloccare i finanziamenti del Recovery ad uno Stato membro possa essere attivata da un certo numero di paesi, non sarebbe stata accettata dall'Olanda. L'Aia starebbe insistendo affinché la possibilità di bloccare i fondi possa essere richiesta anche solo da un paese e poi tornare in discussione in Consiglio cui spetterebbe il compito di decidere.
La proposta di Michel ha avuto vita breve, l'Olanda, secondo quanto emerge, non avrebbe accettato la bozza e avrebbe insistito sul fatto che anche un solo Stato membro possa richiedere lo stop ai finanziamenti. "Riteniamo che la nuova proposta non sia spendibile", cosi' Giuseppe Conte ha risposto a chi gli chiedeva se al governo italiano è soddisfatto della nuova proposta e a chi gli chiedeva se ritiene che si possa superare il 'muro' olandese il presidente del Consiglio ha risposto: "L'approvazione all'unanimità di piani di riforma nazionali? Non esiste" ed ha aggiunto: "Nulla è incrollabile, vediamo domani".
Il punto debole di Rutte nella trattativa dei paesi 'frugali' è la difesa dei "rebates", gli sconti sui contributi dovuti a Bruxelles spettanti all'Aja nell'ambito del bilancio pluriennale. (Il contributo sul gettito Iva scende dallo 0,3% allo 0,225% per l’Austria, allo 0,15% per la Germania e allo 0,1% per Paesi Bassi e Svezia. Inoltre i Paesi Bassi possono detrarre dal contributo al bilancio pluriennale dell'Unione 605 milioni di euro e la Svezia 150 milioni. Ad Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia inoltre hanno uno sconto, rispettivamente di 60, 130, 695 e 185 milioni su quanto pagato in proporzione al Pnl in sette anni).
Le trattative sul Recovery fund si intrecciano profondamente con quelle in corso sul bilancio pluriennale 2020-2027. I paesi che hanno gli sconti vogliono assolutamente mantenerli, ma se fallisse la trattativa di questi due giorni dovrebbero contare sul veto di molte capitali deluse.