POLITICA
Legge elettorale, Renzi e Berlusconi tornano a parlarsi
Agli ex bersaniani, il proporzionale non dispiace, anche con una soglia alta al 5%, che "obbliga" a mettere insieme tutte le forze a sinistra del Pd: "dovrà essere una vera proposta di sinistra di governo - spiega Alfredo D'Attorre - e non una lista arcobaleno, da noi ai trotzkisti". La vittima di questo piccolo patto Molotov-Von Ribbentrop è Pisapia, che mirava a un maggioritario che favorisse la nascita di un centrosinistra largo e unito. Tritati invece dall'accordo sul proporzionale tra Pd e Fi sono Ap, i centristi e il cosiddetto "partito di Calenda". Alcuni parlamentari vicini al ministro dello Sviluppo, visto come possibile leader di una Margherita 2.0, lo hanno sconsigliato di scendere in campo: la prossima legislatura, è il ragionamento, sarà una palude in cui si finirà imbrigliati tra Renzi e Berlusconi, bruciandosi. Meglio attendere il prossimo giro, magari dopo meno di un anno. L'appello di Angelino Alfano per una intesa che parla dalla maggioranza è caduta nel vuoto.
Lunedì il Pd incontrerà le delegazioni dei vari partiti, compreso M5s, il quale oggi con Danilo Toninelli ha ammesso che "il tedesco è meglio del Rosatellum". Con FI, al netto dei boatos su un incontro Renzi-Berlusconi, c'è sintonia, e il relatore Dem Emanuele Fiano attende l'emendamento degli "azzurri" che rende simil-tedesco il Rosatellum per dare eventualmente parere positivo e invitare a votarlo. Se non sarà soddisfacente, lo stesso Fiano, con Dario Parrini e il capogruppo Ettore Rosato ne hanno preparato uno. Il relatore infatti può presentare proposte in qualsiasi momento. Il Pd ha chiesto di iniziare a votare mercoledì, dopo la Direzione del partito in cui Renzi potrebbe annunciare l'accordo.