POLITICA
Palazzo Chigi
Renzi: "Crescita intorno allo zero. Ora abbassare le tasse sul lavoro"
Il premier: "No a tagli lineari in manovra". E attacca i sindacati e Anm sulla riforma della giustizia
Il rapporto con Cottarelli
E per questo, spiega il premier, anche se "tre mesi fa Cottarelli mi ha chiesto di tornare per motivi famigliari al Fmi", Mister Forbici resterà fino alla definizione della manovra "altrimenti avrebbe dato l'impressione che non si poteva fare". Purtroppo le risorse, ammette il presidente del Consiglio, non arriveranno né dalla rivalutazione del Pil né dalla crescita che non c'è. Ma i tagli alla spesa pubblica, è fiducioso il premier, serviranno a destinare novecento milioni alla scuola, a confermare il bonus di ottanta euro e magari, spera ancora il capo del governo, ad allargare la platea a partite Iva e pensionati. Ma è l'ulteriore diminuzione delle tasse sul lavoro l'annuncio che il premier prende nel salotto di Porta a Porta, pur confermando che l'Italia rispetterà il tetto del tre per cento deficit/Pil.
La questione dei tagli in polizia
E, dopo lo scontro con i sindacati di polizia per la conferma del blocco degli stipendi degli statali, il premier è fiducioso che "i soldi possono essere trovati" a condizione però, avverte, che le parti sociali la smettano con veti e toni "inaccettabili". Il leader della Cgil Susanna Camusso chiama Renzi a "scelte impopolari". Ma il premier chiarisce che alcune scelte, come il prelievo sulle pensioni sopra i tremila euro, "siano un errore perché per cento milioni di euro si suscita il panico tra i pensionati". Proprio questo, lascia intendere il presidente del Consiglio, si è creato l'attrito con il commissario alla spending review che, però, "si fa comunque con o senza Cottarelli, con o senza Renzi". Tra i professionisti che "hanno fatto il Titanic e i dilettanti che hanno fatto l'arca di Noè", è il parallelo scelto dal premier, lui sta dalla parte di chi, pur non essendo un tecnico, cerca le soluzioni.
Draghi e la svolta in politica monetaria
Un aiuto al governo arriva dal taglio dei tassi della Bce che, ringrazia Renzi, "potrebbe fare la svolta della politica monetaria europea" se le banche daranno i soldi alle imprese. Su questo, così come sul piano di Juncker, Renzi vigilerà in onore anche a quel "patto del tortellino", stretto domenica alla Festa dell'Unità con i leader laburisti e su cui Bruno Vespa ironizza facendogli portare in studio un piatto di tortellini in brodo. Ma il premier, incalzato da scadenze e critiche, ha poca voglia di scherzare. E più di dimostrare che mantiene gli impegni, come il pagamento dei debiti della P.A, tutti tranne "due miliardi, ancora a rischio, di debiti per la spesa per investimenti". E in parallelo le riforme approvate da Consiglio dei ministri e ora all'esame delle Camere.