POLITICA
Il commissario unico "Mi fidavo di Paris, mai assunto raccomandati"
Renzi: "Su Expo ci metto la faccia, avanti con Sala"
Il premier Matteo Renzi rilancia: "L'Expo è una grandissima iniziativa e una grandissima opportunità per l'Italia". Sala in audizione in commissione antimafia "Non abbiamo avuto indicazioni dalla procura di Milano di fermare o rivedere alcune gare tra quelle già assegnate". Paris si è dichiarato estraneo alla "cupola", Greganti "mi occupo di legno non di appalti"
Roma
"Expo è una grandissima opportunità per l'Italia, ma dobbiamo fermare i delinquenti e non i lavori". Dopo aver espresso "assoluta fiducia" nei confronti del commissario unico Giuseppe Sala, il premier Matteo Renzi ribadisce l'impegno del governo per l'Esposizione universale del 2015: "Io preferisco perdere qualche punto nei sondaggi piuttosto che fermare questa occasione di investimenti per l'Italia", dice Renzi.
E il premier è da poco arrivato a Milano dove era atteso per una serie di appuntamenti, primo dei quali la visita alla scuola elementare di via Massaua 5. Subito dopo Renzi sarà in via Rovello, alla sede di Expo, per una riunione con i vertici della società. Riunione cui parteciperanno il commissario unico Giuseppe Sala, i ministri Maurizio Martina e Maurizio Lupi, il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, il governatore, Roberto Maroni, e il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca.
Sala all'antimafia
"Mi fidavo di Angelo Paris, non ho mai assunto raccomandati e non ho mai visto Primo Greganti e gli altri finiti nell'inchiesta" ha affermato il commissario unico Giuseppe Sala in audizione alla commissione antimafia. All'organo presieduto da Rosy Bindi, Sala assicura "Non ho mai parlato in vita mia con questi personaggi: sarebbe perlomeno un' ingenuità parlare con persone tristemente note sul territorio lombardo e non solo". Ammette poi che per alcune attività considerate "non sensibili" sono stati allentati i controlli antimafia: "si è ritenuto che alcuni appalti non rientrassero tra le attività sensibili e che fosse necessario semplificare le procedure amministrative. I contratti per gli allestimenti ad una cifra inferiore di 100mila euro sono quindi esentati dalle verifiche antimafia, così come quelli inferiori a 150mila euro per l'organizzazione di eventi". E lamenta: "non sono riuscito ad assegnare una gara al prezzo più economicamente vantaggioso senza avere un ricorso".
Una decisione che non piace alla presidente della commissione antimafia Rosy Bindi "simo preoccupati dal fatto che per accelerare i lavori si possano abbassare i controlli contro il rischio di infiltrazioni criminali. Siamo invece convinti della necessità di rafforzare i controlli sui cantieri e sullo svolgimento delle gare, con la presenza di persone qualificate".
Expo va avanti
"Non abbiamo avuto indicazioni dalla procura di Milano di fermare o rivedere alcune gare tra quelle già assegnate''. Expo va dunque avanti, secondo quanto afferma il commissario unico alla commissione parlamentare antimafia. "Sto a quello che dice la Procura - rimarca Sala - ad oggi le gare apparentemente non sono state condizionate, ma l'attenzione è alta". Sala fornisce poi le cifre di Expo "mette a bilancio 1 miliardo e 350 milioni di euro". Nello specifico, quasi 400 milioni dalla aziende partner ed un miliardo dai paesi partecipanti. Questi i numeri di Expo, una manifestazione per la quale si attendono "oltre 20 milioni di visitatori" aggiunge il commissario unico.
Paris: "Estraneo a cupola, ma ho sbagliato". Maltauro fa ammissioni parziali
Negli atti, i magistrati definiscono gli incontri e i contatti tra l'imprenditore Enrico Maltauro e Sergio Cattozzo simili a "consuetudini di organizzazioni criminali". Il primo è accusato di aver pagato una tangente a quest'ultimo (ex segretario Udc ligure) in cambio di una "corsia preferenziale" nell'aggiudicazione di appalti Expo. Cattozzo, nell'interrogatorio, si è difeso: "Ho solo agito come un lobbista all'americana". Salvo poi fare delle ammissioni abbastanza chiare. "I biglietti che ho cercato di nascondere erano quelli su cui ho annotato la contabilta' delle tangenti". E' quanto ha spiegato Sergio Cattozzo al gip, durante l'interrogatorio di garanzia, in relazione ad alcuni fogli che, giovedì scorso, ha tentato di nascondere ma poi ha consegnato ai finanzieri che erano entrati nella sua abitazione per arrestarlo
Da quanto emerge, l'imprenditore vicentino Maltauro avrebbe fatto parziali ammissioni. L'interrogatorio è durato un'ora e mezza e l'imprenditore avrebbe ammesso i fatti "nella loro materialità" così come sono stati contestati, ma si sarebbe riservato di chiarire la sua posizione in un interrogatorio davanti ai pm che avverrà nei prossimi giorni.
L'ex direttore generale di Expo Angelo Paris, nel corso dell'interrogatorio si è dichiarato totalmente estraneo alla 'cupola degli appalti'. Secondo quanto riferito dal suo legale, però, Paris ha ammesso di avere commesso degli errori e di avere delle responsabilità giudiziarie e ha chiesto al gip Antezza l'autorizzazione ad inviare alla società per cui lavora una lettera di dimissioni.
Greganti "mi occupo di legno non di appalti"
Interrogato dal Gip di Milano Primo Greganti ha negato di aver ''preso soldi e di aver interferito in maniera illecita negli appalti''. L'attività dell'ex funzionario del Pci, come ha spiegato il suo legale, è quella di ''cercare imprenditori interessati alla realizzazione di immobili in legno e di seguire tutta questa filiera, dalla lavorazione del legno alla fabbricazione degli immobili, tenendo conto che anche per l'Expo ci saranno padiglioni così realizzati''.
Cattozzo confessa la "contabilità delle mazzette"
Mazzette scritte nere su bianco su dei post-it. Sergio Cattozzo, esponente ligure dell'Udc avrebbe confessato di aver avuto la "contabilità" delle tangenti versate dagli imprenditori alla "cupola" per ottenere appalti per i lavori di Expo, di Sogin e nel mondo della sanità lombarda. Il politico avrebbe spiegato ai pm di aver fatto "un lavoro di lobbismo all'americana, procacciando lavori per le imprese in particolare private". Racconta che c'era una sorta di "manuale del corteggiamento" che i componenti della cosiddetta ''cupola degli appalti'' utilizzavano per agganciare i manager delle società pubbliche, affinché questi ultimi indirizzassero poi gli appalti a favore delle imprese e delle cooperative vicine a tutti gli schieramenti politici e disponibili a versare tangenti. I pubblici ufficiali andavano, infatti, ''coccolati' come le ''belle donne", anche per ''due anni di seguito tra cene e aperitivi, prima di riuscire ad ottenere la loro fiducia e il loro asservimento''.
E il premier è da poco arrivato a Milano dove era atteso per una serie di appuntamenti, primo dei quali la visita alla scuola elementare di via Massaua 5. Subito dopo Renzi sarà in via Rovello, alla sede di Expo, per una riunione con i vertici della società. Riunione cui parteciperanno il commissario unico Giuseppe Sala, i ministri Maurizio Martina e Maurizio Lupi, il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, il governatore, Roberto Maroni, e il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca.
Sala all'antimafia
"Mi fidavo di Angelo Paris, non ho mai assunto raccomandati e non ho mai visto Primo Greganti e gli altri finiti nell'inchiesta" ha affermato il commissario unico Giuseppe Sala in audizione alla commissione antimafia. All'organo presieduto da Rosy Bindi, Sala assicura "Non ho mai parlato in vita mia con questi personaggi: sarebbe perlomeno un' ingenuità parlare con persone tristemente note sul territorio lombardo e non solo". Ammette poi che per alcune attività considerate "non sensibili" sono stati allentati i controlli antimafia: "si è ritenuto che alcuni appalti non rientrassero tra le attività sensibili e che fosse necessario semplificare le procedure amministrative. I contratti per gli allestimenti ad una cifra inferiore di 100mila euro sono quindi esentati dalle verifiche antimafia, così come quelli inferiori a 150mila euro per l'organizzazione di eventi". E lamenta: "non sono riuscito ad assegnare una gara al prezzo più economicamente vantaggioso senza avere un ricorso".
Una decisione che non piace alla presidente della commissione antimafia Rosy Bindi "simo preoccupati dal fatto che per accelerare i lavori si possano abbassare i controlli contro il rischio di infiltrazioni criminali. Siamo invece convinti della necessità di rafforzare i controlli sui cantieri e sullo svolgimento delle gare, con la presenza di persone qualificate".
Expo va avanti
"Non abbiamo avuto indicazioni dalla procura di Milano di fermare o rivedere alcune gare tra quelle già assegnate''. Expo va dunque avanti, secondo quanto afferma il commissario unico alla commissione parlamentare antimafia. "Sto a quello che dice la Procura - rimarca Sala - ad oggi le gare apparentemente non sono state condizionate, ma l'attenzione è alta". Sala fornisce poi le cifre di Expo "mette a bilancio 1 miliardo e 350 milioni di euro". Nello specifico, quasi 400 milioni dalla aziende partner ed un miliardo dai paesi partecipanti. Questi i numeri di Expo, una manifestazione per la quale si attendono "oltre 20 milioni di visitatori" aggiunge il commissario unico.
Paris: "Estraneo a cupola, ma ho sbagliato". Maltauro fa ammissioni parziali
Negli atti, i magistrati definiscono gli incontri e i contatti tra l'imprenditore Enrico Maltauro e Sergio Cattozzo simili a "consuetudini di organizzazioni criminali". Il primo è accusato di aver pagato una tangente a quest'ultimo (ex segretario Udc ligure) in cambio di una "corsia preferenziale" nell'aggiudicazione di appalti Expo. Cattozzo, nell'interrogatorio, si è difeso: "Ho solo agito come un lobbista all'americana". Salvo poi fare delle ammissioni abbastanza chiare. "I biglietti che ho cercato di nascondere erano quelli su cui ho annotato la contabilta' delle tangenti". E' quanto ha spiegato Sergio Cattozzo al gip, durante l'interrogatorio di garanzia, in relazione ad alcuni fogli che, giovedì scorso, ha tentato di nascondere ma poi ha consegnato ai finanzieri che erano entrati nella sua abitazione per arrestarlo
Da quanto emerge, l'imprenditore vicentino Maltauro avrebbe fatto parziali ammissioni. L'interrogatorio è durato un'ora e mezza e l'imprenditore avrebbe ammesso i fatti "nella loro materialità" così come sono stati contestati, ma si sarebbe riservato di chiarire la sua posizione in un interrogatorio davanti ai pm che avverrà nei prossimi giorni.
L'ex direttore generale di Expo Angelo Paris, nel corso dell'interrogatorio si è dichiarato totalmente estraneo alla 'cupola degli appalti'. Secondo quanto riferito dal suo legale, però, Paris ha ammesso di avere commesso degli errori e di avere delle responsabilità giudiziarie e ha chiesto al gip Antezza l'autorizzazione ad inviare alla società per cui lavora una lettera di dimissioni.
Greganti "mi occupo di legno non di appalti"
Interrogato dal Gip di Milano Primo Greganti ha negato di aver ''preso soldi e di aver interferito in maniera illecita negli appalti''. L'attività dell'ex funzionario del Pci, come ha spiegato il suo legale, è quella di ''cercare imprenditori interessati alla realizzazione di immobili in legno e di seguire tutta questa filiera, dalla lavorazione del legno alla fabbricazione degli immobili, tenendo conto che anche per l'Expo ci saranno padiglioni così realizzati''.
Cattozzo confessa la "contabilità delle mazzette"
Mazzette scritte nere su bianco su dei post-it. Sergio Cattozzo, esponente ligure dell'Udc avrebbe confessato di aver avuto la "contabilità" delle tangenti versate dagli imprenditori alla "cupola" per ottenere appalti per i lavori di Expo, di Sogin e nel mondo della sanità lombarda. Il politico avrebbe spiegato ai pm di aver fatto "un lavoro di lobbismo all'americana, procacciando lavori per le imprese in particolare private". Racconta che c'era una sorta di "manuale del corteggiamento" che i componenti della cosiddetta ''cupola degli appalti'' utilizzavano per agganciare i manager delle società pubbliche, affinché questi ultimi indirizzassero poi gli appalti a favore delle imprese e delle cooperative vicine a tutti gli schieramenti politici e disponibili a versare tangenti. I pubblici ufficiali andavano, infatti, ''coccolati' come le ''belle donne", anche per ''due anni di seguito tra cene e aperitivi, prima di riuscire ad ottenere la loro fiducia e il loro asservimento''.