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POLITICA

Tentata irruzione del sindacato Usb al ministero

Riforma Pubblica Amministrazione. Madia: sui giornali solo fantasie

Madia e i tre pilastri della riforma: organizzazione, innovazione, persone. Sul piede di guerra Cgil, Cisl e Uil secondo cui l'incontro è "l'ennesimo spot" e nel testo, che domani approderà in Consiglio dei ministri, non ci sarebbe traccia della riforma attesa

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È iniziato il tanto atteso incontro tra Marianna Madia e i sindacati sulla riforma della Pubblica Amministrazione. I punti cardine - ha detto il ministro in apertura del vertice - sono tre: organizzazione, innovazione e persone. Parole a cui aggiunge un attacco alla stampa: "Leggo tante cose sui giornali - ha detto - voglio dirvi qui che non sono i provvedimenti del Consiglio dei ministri di domani".

Blitz del sindacato Usb
La giornata del confronto era iniziata con un blitz di 50 lavoratori dell'Unione Sindacale di Base: hanno tentato di fare irruzione nella sede del ministero. Minuti di tensione poco prima del vertice, subito normalizzati dalle forze dell'ordine.
 
Sindacati: “Ennesimo spot, pronti a mobilitazioni”
Ancora prima dell’incontro i sindacati sono già sul piede di guerra. Secondo Cgil, Cisl e Uil la mossa del governo è un atto dovuto, “l’ennesimo spot - tuona Rossana Dettori, segretario generale della Funzione Pubblica Cgil – dal momento che il decreto è già pronto e verrà approvato domani in consiglio dei ministri”. Peggio: secondo i sindacati il testo non contiene nessuna riforma e non porterà a raggiungere gli obiettivi di trasparenza e semplificazione legislativa e burocratica di cui si parla da anni: “Avremo un decreto legge che parla solo di dirigenti, di riduzione dei dirigenti, di licenziamenti dei dirigenti e di tagli dei permessi sindacali”. E la Dettori annuncia “forme di mobilitazione anche importanti”.
 
Cosa chiedono i sindacati
Le richieste delle organizzazioni sono: il contratto nazionale “per rilanciare il lavoro pubblico”, lo sblocco del turnover e l’abolizione del trattamento di servizio. Su questo tema c'è divergenza tra le organizzazioni dei lavoratori pubblici e il governo sul numero dei posti che si libererebbero. Secondo l'esecutivo sono 10mila i posti in più per i giovani, ma per i sindacati si tratta della metà.
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