ITALIA
Bloccata via Tiberina
La protesta dei migranti del Cara di Castelnuovo di Porto
Oltre alle condizioni di vita all'interno del centro i migranti criticano le modalità di consegna del pocket money, ovvero i 2,5 euro al giorno per le spese. "Situazione sotto controllo ma animi agitati" ha detto Vincenzo Lutrelli, il direttore del Centro Accoglienza
Castelnuovo di Porto
La protesta dei migranti del Cara di Castelnuovo di Porto segue quella dello scorso 15 maggio e sempre per lo stesso motivo: oltre alle condizioni di vita all'interno del centro i migranti criticano le modalità di consegna del pocket money, "ovvero quei 2,5 euro al giorno necessari a garantire la possibilità di comprare del cibo, di acquistare il materiale scolastico per i tanti bambini che vivono nella struttura, di raggiungere Roma con i mezzi", precisano in una nota le associazioni di migranti.
Stamani un centinaio di persone tra rifugiati e richiedenti asilo ha bloccato la via Tiberina. "Dopo un'ora e mezzo, durante cui la tensione è continuata a salire, gli agenti hanno provato a portare via di peso i migranti sdraiati pacificamente per terra - spiegano le associazioni - e poi sono partite le cariche con donne e uomini manganellati e spintonati".
"Al momento la situazione è sotto controllo, ma gli animi sono agitati perché i migranti vogliono parlare con qualcuno, in particolare con l'ente appaltante del servizio di 'pocket money' cioè la Prefettura di Roma. Noi stiamo cercando di fare da mediatori" ha detto Vincenzo Lutrelli, il direttore del Centro Accoglienza per richiedenti asilo.
Stamani un centinaio di persone tra rifugiati e richiedenti asilo ha bloccato la via Tiberina. "Dopo un'ora e mezzo, durante cui la tensione è continuata a salire, gli agenti hanno provato a portare via di peso i migranti sdraiati pacificamente per terra - spiegano le associazioni - e poi sono partite le cariche con donne e uomini manganellati e spintonati".
"Al momento la situazione è sotto controllo, ma gli animi sono agitati perché i migranti vogliono parlare con qualcuno, in particolare con l'ente appaltante del servizio di 'pocket money' cioè la Prefettura di Roma. Noi stiamo cercando di fare da mediatori" ha detto Vincenzo Lutrelli, il direttore del Centro Accoglienza per richiedenti asilo.