ITALIA
Punisce il mediatore prima che patto corruttivo vada in porto
Scheda, Consip: cos'è il reato di traffico di influenze
A sanzionarlo è l'articolo 346 del codice penale che punisce due condotte diverse: quella di chi, sfruttando le sue relazioni con un pubblico ufficiale o un incaricato di pubblico servizio, si fa dare o promettere, anche per altri, soldi o un altro vantaggio patrimoniale come prezzo della propria mediazione illecita; e quella di chi, sempre utilizzando lo stesso tipo di relazioni, si fa dare o promettere denaro o un'altra utilità per remunerare il pubblico funzionario perché questi compia un atto contrario ai doveri d'ufficio o ometta o ritardi un atto del suo ufficio. Queste utilità non devono però essere effettivamente corrisposte o la loro promessa accettata, perché altrimenti si tratterebbe di corruzione propria, punita con pene molto più severe dall'articolo 319 del codice penale, rispetto alla sanzione prevista per il traffico di influenze: la reclusione da 1 a 3 anni, con aumenti di pena se il mediatore è un pubblico ufficiale o un incaricato di pubblico servizio o se l'accordo illecito riguarda l'attività giudiziaria. Il nuovo reato si distingue anche dal millantato credito: in questo ultimo caso i rapporti tra il mediatore e il pubblico ufficiale devono essere vantati, nel traffico di influenze devono essere reali.