POLITICA
Solidarietà a Liliana Segre
La marcia dei sindaci a Milano "uniti contro l'odio". Segre: vostro impegno decisivo per la memoria
600 sindaci da tutta Italia, oltre un migliaio di adesioni. Il sindaco Sala: "Non andremo mai tutti d'accordo ma c'è un limite che è stato travalicato". La senatrice: "Lasciamo l'odio agli anonimi della tastiera"
Insieme a centinaia di sindaci da tutta Italia, a Liliana Segre e a tantissimi cittadini milanesi per ribadire che #lodiononhafuturo pic.twitter.com/4O4sFcKtSu
— Beppe Sala (@BeppeSala) December 10, 2019
Fra i primi cittadini che sono arrivati ci sono il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori e quello di Palermo, Leoluca Orlando; per Bologna Virginio Merola, per Firenze, Dario Nardella, oltre al presidente dell'Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, e alla sindaca di Torino Chiara Appendino.
Il finale del corteo in Piazza della Scala, di fronte alla sede del Comune di Milano, con l'intervento della senatrice. Insieme ai sindaci in piazza ci sono centinaia di persone, arrivate per partecipare alla manifestazione.
"Lasciamo l'odio agli anonimi della tastiera"
"C'è una grande musica in questa piazza, il tempio della musica è all'aperto. Noi tutti siamo qui a parlare di amore lasciamo l'odio agli anonimi della tastiera". Lo ha detto la senatrice a vita Liliana Segre durante il suo intervento alla marcia organizzata in solidarietà nei suoi confronti. Ha ringraziato, il sindaco "Giuseppe Sala, il sindaco Matteo Ricci e il presidente dell'Anci Antonio Decaro, e grazie a tutti i forse mille sindaci che hanno voluto esser qui per rappresentare un sentimento civico che è condiviso da amministrazioni unite in questa alleanza trasversale".
Liliana Segre ai sindaci: vostro impegno decisivo per la memoria
"Voi avete una missione difficile e apprezzo tantissimo che per qualche ora abbiate voluto lasciare i vostri compiti per questa occasione. Il vostro impegno può essere decisivo per la trasmissione delle memoria". Lo ha detto la senatrice a vita Liliana Segre rivolgendosi dal palco di piazza Scala a Milano, ai 600 sindaci in fascia tricolore.
"Nell'Italia degli 8 mila Comuni c'è un giacimento straordinario di storia che può essere tramandata alla comunità. Una storia che resta relegata a musei, istituti, vie, pietre di inciampo. Sta alla sensibilità delle amministrazioni comunali fare in modo che questo giacimento non venga abbandonato" ha esortato la senatrice a vita. "Fare sì che quelle fredde lastre di pietra dei trasformino in occasioni antiretoriche per rinnovare un patto tra generazioni" ha concluso.
La Senatrice Liliana #Segre raggiunge la marcia dei sindaci #lodiononhafuturo @RaiNews pic.twitter.com/tYU0l7IXUe
— Paolo Maggioni (@paolomaggioni) December 10, 2019
Corteo in Galleria canta "Bella ciao"
Il corteo dei 600 sindaci a cui si è unita la senatrice a vita, Liliana Segre, ha attraversato la Galleria Vittorio Emanuele II di Milano cantando le note di Bella Ciao. Al passaggio del corteo le persone schierate ai lati della Galleria hanno applaudito la senatrice a vita, affiancata dai sindaci di Milano e Pesaro, Giuseppe Sala e Matteo Ricci, e urlato il suo nome in segno di sostegno.
Sala: perché limite è stato superato
Per Giuseppe Sala, sindaco di Milano, in Italia c'è un rischio razzismo, ma c'è anche chi non è disposto a lasciar correre. Lo evidenzia a margine della manifestazione organizzata in solidarietà alla senatrice a vita Liliana Segre,nel capoluogo lombardo. "Siamo qua anche per questo - dice- certo che c'è (un rischio razzismo, ndr), io voglio continuare a credere nella bontà degli italiani. Non è un momento facile lo sappiamo tutti però io prendo il positivo ossia che 600 sindaci hanno deciso di essere qui ed è anche un messaggio per dire che non ci tiriamo indietro, e il fatto di essere qui in fascia è una grande soddisfazione. "Non andremo mai tutti d'accordo ma c'è un limite che è stato travalicato".
"Tutti i sindaci indipendentemente dal colore politico sono arrivati da tutta Italia per dimostrare l'affetto nei confronti di Liliana Segre - afferma Decaro - con la fascia tricolore che tiene insieme le nostre comunità ma anche il Paese. Vogliamo dire con forza a tutti che non accettiamo nessun tipo di fanatismo, l'unico fanatismo che i sindaci accettano in questo Paese è quello per la libertà la democrazia e il rispetto degli altri". Una battaglia che secondo Merola va condotta con l'istruzione. "Noi siamo perché si rispettino le persone e che si possa dialogare senza offendersi", è il commento del sindaco di Bologna. "Siamo perché la memoria sia insegnata nelle scuole perché non sia abbandonata la storia e tantomeno la geografia, perché si insista con la forza della cultura".