19 luglio 1985, Val di Fiemme: un mare di fango uccide 268 persone. E' il disastro di Stava
Trent'anni fa, nei bacini di decantazione della miniera di Prestavel si ruppero gli argini: furono scaricati 160mila metri cubi di fango sulla frazione di Stava e sugli abitanti, mentre consumavano il pranzo o si accingevano a sedersi a tavola. La massa di sabbia, limi e acqua, lanciata a 90 chilometri all'ora, distrusse 53 case, 3 alberghi, 6 capannoni, 8 ponti, e uccise 268 persone. La Commissione ministeriale d'inchiesta e i periti nominati dal Tribunale di Trento accertarono che « tutto l'impianto di decantazione costituiva una continua minaccia incombente sulla vallata. L'impianto è crollato essenzialmente perché progettato, costruito, gestito in modo da non offrire quei margini di sicurezza che la società civile si attende da opere che possono mettere a repentaglio l'esistenza di intere comunità umane. L'argine superiore in particolare non poteva che crollare alla minima modifica delle sue precarie condizioni di equilibrio». La causa del crollo venne individuata nella cronica instabilità delle discariche e, in particolare, del bacino superiore, che non possedevano coefficienti di sicurezza minimi necessari a evitare il franamento.