Amante tedesca svela particolari intimi su Fidel Castro
La storia segreta è durata otto mesi, da marzo a ottobre del 1959
"Fidel non era bravo a letto, perché era un narcisista, che amava guardarsi allo specchio mentre si accarezzava la barba". Rivelazioni choc nel libro di memorie di Marita Lorenz, amante del 'lider maximo' della rivoluzione cubana, successivamente assoldata dall'Fbi per ucciderlo.
"Ero la spia che ha amato il comandante", ha raccontato alla stampa la donna tedesca, amante segreta di Fidel, al suo fianco per otto mesi, subito dopo lo sbarco a Cuba dei 'barbudos'. Una relazione nata in modo imprevisto e passionale quando la nave da crociera Berlin, capitanata dal padre della giovane, fece scalo all'Avana.
Era il 1959. "Vidi un gruppo di artisti che si avvicinavano alla nave con altri, dei barbuti armati e con uniformi militari. fui colpita dal più grande fra di loro, che fumava un grosso sigaro: era Fidel", ha ricordato la donna, aggiungendo che poco dopo, con il pretesto di farsi mostrare la nave, Castro "mi spinse nella mia cabina, mi abbracciò e ci demmo il primo bacio".
Tornata a New York, la giovane ricevette un giorno una telefonata da Fidel e volò a Cuba ("terrorizzata, ma anche molto eccitata", ammette ndr) dove si installò insieme a lui in una suite dell'hotel Hilton. Nelle stanze attigue dormivano il fratello Raul e Che Guevara.
"Era più interessato alle carezze che all'atto sessuale in sé, ma tutti i dittatori sono così", è il commento di Lorenz, che sa di cosa parla, visto che ha avuto anche una relazione, e un figlio, con il dittatore venezuelano Marcos Perez Jimenez. "Era un narcisista che si guardava allo specchio mentre si accarezzava la barba. Gli mancava fiducia in sé stesso, o meglio aveva il costante bisogno di sentirsi adulato e coccolato, come un bambino piccolo".
Per la coppia ogni prospettiva di stabilità era vietata ("sono sposato con Cuba", gli disse Fidel) ma lei rimase incinta a maggio, e sostiene di non aver abortito: il bambino le sarebbe stato tolto dopo un parto provocato, mentre lei era svenuta dopo essere stata drogata.
Reclutata dall'Fbi
Lorenz ha raccontato anche che al suo ritorno a New York fu reclutata dall'Fbi, che la convinse a uccidere Fidel. Lei tornò all'Avana per farlo, ma una volta tornata alla sua suite dell'Hilton scoprì che Castro era al corrente del complotto: "Mi diede la pistola e io l'impugnai, ma lui mi guardò negli occhi e mi disse 'nessuno mi può uccidere'. Aveva ragione".