Blue Monday, il giorno più triste: la "bufala" che torna ogni anno
Come nasce e quanto c'è di vero nel Blue Monday
"Piangere mi tranquillizza, mi fissa sulla gravità dei problemi della vita". Lo diceva Tristezza, uno dei personaggi del cartoon Inside Out, rappresentato in blu, colore che ricorre, nella tradizione angloamericana per identificare il "feeling blue", il sentirsi "tristi". Anche Picasso fece ricorso a questa nuance quando fu afflitto da una grande depressione nel suo Periodo Blu. Nella musica c'è il "blues" con la sua vena di malinconia che deve il suo nome forse ai "blue devils", portatori di tristezza.
Non poteva dunque che chiamarsi "Blue" il lunedì più triste dell'anno. Nato però da niente di più che una trovata commerciale. La formula (poi rinnegata) fu elaborata dallo psicologo Cliff Arnall, dell'Università di Cardiff incrociando alcune variabili come il meteo, i sensi di colpa per i soldi spesi dopo le feste del Natale e la crescente necessità di darsi da fare. Gli era stata commissionata da un sito di viaggi e fu pagata 1200 sterline. Lo scopo? Anticipare la bella stagione e comprare qualche biglietto d'aereo per evadere dalla triste realtà. Ne uscì fuori, come apice della malinconia, il terzo lunedì di gennaio in pieno "winter blues", quello sì realmente esistente e noto come "disturbo affettivo stagionale", che è riferito alla "mancanza di luce solare". In questo periodo dell'anno riceviamo meno luce naturale rispetto alle altre stagioni e questo finisce per alterare il nostro ritmo circadiano, il nostro riposo e il nostro umore.
Anche se ormai tutti conoscono la storia della "bufala", quando si avvicina il terzo lunedì di gennaio, puntuali arrivano consigli, studi, pubblicità e, ovviamente, l'hashtag "bluemonday" balza in cima ai trending topic. Anche quest'anno, nonostante i giorni bui non siano certo mancati.
Ovviamente si alzano voci contrarie. "Questo non è il modo giusto per sensibilizzare su un problema gravissimo quale è la depressione", dice Antonis Kousoulis, direttore della Mental Health Foundation del Regno Unito. "Dicendo che questo singolo giorno è il giorno più deprimente dell'anno, senza alcuna prova, stiamo banalizzando la depressione. La salute mentale è la più grande sfida di salute della nostra generazione".
La "ricetta"
Se poco o niente si può fare contro qualcosa che, di fatto, non esiste, c'è una ricetta per lenire il "winter blues", affrontando meglio le giornate invernali. L'Associazione tecnico scientifica dell'alimentazione, nutrizione e dietetica (Ansad) consiglia di inserire nella propria alimentazione le mandorle, che contenendo niacina (vitamina B3), acido folico e ferro con una ricchezza di riboflavina (vitamina B2) e magnesio, contribuiscono a ridurre stanchezza e affaticamento. Vengono inoltre suggeriti i pesci grassi che contengo i grassi denominati omega-3 utili a mantenere la normale funzione cardiaca, la pressione sanguigna e a controllare il livello di trigliceridi. Nell'elenco proposto anche le verdure e ortaggi di colore verde perché contengono in particolare vitamina C, che aiuta ad aumentare l'assorbimento di ferro a livello intestinale. E' consigliato lo yogurt perché fornisce molti nutrienti tra cui proteine, fosforo, calcio e vitamina B2 (riboflavina). E ovviamente non dimenticare l'acqua.
L'esperimento
Intanto, proprio nel giorno del Blue Monday prende il via a Forte dei Marmi (Lucca) con tanti volontari il progetto internazionale 'Il senso della felicità' che ha l'obiettivo di invertire la tendenza che, già prima della pandemia, vedeva l'Italia (dati World Happiness Report del marzo 2020) fuori della top 30 delle nazioni 'più felici al mondo'.
Ideatore e promotore dell'esperimento è un gruppo di scienziati e imprenditori, che per ora si cela dietro l'anonimato. Si tratta di un progetto che parte dall'Italia con l'obiettivo di offrire una metodologia per il raggiungimento dello stato di benessere generale dell'individuo, ossia la felicità. Questo obiettivo sarà perseguito attraverso la divulgazione di contenuti pratici, oltre che teorici, che rivoluzionano completamente la letteratura sul tema della felicità. Una teoria frutto di 30 anni di studio che va al di là degli ambiti di ricerca su cui fino ad ora si è incentrata la ricerca sulla felicità, ossia la personalità dell'individuo, il lavoro, i suoi legami affettivi.
La metafora del blu
Eppure, nonostante sia associato alla tristezza, il blue è il colore del mare e del cielo, degli spazi aperti, della libertà, profondità e saggezza. Un colore non minaccioso e che si ritiene abbia effetti positivi e calmanti sul corpo e la mente collegato all'intelletto, alla fiducia e all'affidabilità. Ecco che si ritorna a Tristezza, l'esserino blu del cartone animato per bambini, vero punto di svolta del film: è lei che chiarifica, che fa capire cosa è andato perduto (in questo caso l’infanzia), e che aiuta a bilanciare tutto, facendo fluire il dolore per fare spazio alla felicità.