Che ne sarà di Gibilterra? La Rocca ancora nel limbo dopo l'accordo sulla Brexit
Se tra a Londra e Bruxelles si è giunti in extremis a un accordo sulla Brexit, al termine di una logorante saga quadriennale, c'è un fazzoletto di terra britannico dentro i confini dell'Europa che è ancora in un limbo. Il reportage di Associated Press.
La rocca di Gibilterra, colonia britannica che si affaccia sulla punta meridionale della Spagna continentale, non è stato inclusa nell'accordo commerciale sulla Brexit annunciato la vigilia di Natale tra l'Unione Europea e il Regno Unito per riorganizzare le relazioni commerciali tra l'attuale blocco di 27 membri e il primo Paese che ha scelto di uscire dall'Unione.
Per Gibilterra la scadenza rimane il primo gennaio, quando scadrà il periodo di transizione che regola la linea di confine tra Gibilterra e la Spagna. Se nessun accordo sarà raggiunto, ci sono serie preoccupazioni per le conseguenze che la presenza di una frontiera "dura" potrà causare per i lavoratori, i turisti e i principali collegamenti commerciali tra le due parti. La Spagna è riuscita a convincere l'UE a separare la questione di Gibilterra dal corpo principale delle trattative per la Brexit, il che significa che Madrid si sta occupando direttamente di tutti i colloqui con le controparti sia a Gibilterra sia a Londra.
Spagna e Gran Bretagna devono raggiungere un accordo su Gibilterra entro il 31 dicembre per evitare una "hard Brexit" al confine tra i due territori che porterebbe a un controllo di merci e persone, ad
eccezione dei lavoratori transfrontalieri che si sono registrati come tali e che con un documento specifico potranno muoversi liberamente. Tutti gli altri saranno tenuti a rispettare i requisiti di qualsiasi frontiera esterna dell'Ue, come spiegato in una conferenza stampa dal ministro degli Esteri, Arancha Gonzalez Laya.
Il capo della diplomazia spagnolo ha evidenziato che l'accordo raggiunto il 24 dicembre tra Regno Unito e Ue "non si applica a Gibilterra", quindi è necessario raggiungere un "accordo separato che la Spagna sta negoziando con Londra e che non è concluso". "Con un principio di accordo, potremmo modulare la mobilità al confine con Gibilterra. Senza, sarà confine esterno dell'Ue con un Paese terzo e la modulazione diventa impossibile", ha sottolineato Laya che avverte che "non esiste e non può esserci un piano B".
Laya aveva già avvertito che se un accordo non sarà raggiunto, teme che le lunghe file di camionisti bloccati viste nel Kent per l'attraversamento della Manica la scorsa settimana si potrebbero ripetere. "Non abbiamo molto tempo, e le scene di caos dal Regno Unito devono ricordarci che dobbiamo continuare a lavorare per raggiungere un accordo su Gibilterra", è quanto ha dichiarato González Laya alla tv di Stato spagnola RTVE. "Gli spagnoli lo vogliono, il popolo di Gibilterra lo vuole, ora anche il Regno Unito ne ha bisogno. È necessaria la volontà politica".
Durante i colloqui per la Brexit, la Spagna ha insistito per avere voce in capitolo sul futuro di Gibilterra. La Rocca fu ceduta alla Gran Bretagna nel 1713, ma la Spagna non ha mai rinunciato alla sua pretesa di sovranità su di essa. Per tre secoli, questo porto strategico ha dato alle navi britanniche il controllo sulla stretta via di mare che dal Mar Mediterraneo sfocia nell'Oceano Atlantico. "Nessuna delle due parti rinuncerà alle sue pretese di sovranità, ma dobbiamo mettere la contesa da parte per raggiungere un accordo che renda la vita più facile a chi vive su entrambi i lati del confine", ha detto González Laya.
Più di 15.000 persone vivono in Spagna e lavorano a Gibilterra, per un totale di circa il 50% della forza lavoro della colonia britannica. La popolazione di Gibilterra, che conta circa 34.000 abitanti, si è schierata in modo schiacciante contro l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea. Nel referendum del 2016 il 96% degli elettori di Gibilterra si dichiarò a favore del rimanere nel blocco continentale che, a loro avviso, dà loro più potere nei confronti del governo di Madrid.
Gli abitanti della Rocca ricordano ancora quando, nel 1969, il dittatore spagnolo Francisco Franco chiuse completamente la frontiera nel tentativo di distruggere l'economia di Gibilterra. Il primo ministro di Gibilterra, Fabian Picardo, ha detto che l'accordo commerciale post-Brexit "è un enorme sollievo, viste le potenziali difficoltà che una Brexit senza accordo avrebbe potuto creare per il Regno Unito e l'Unione Europea". Ma ha aggiunto che il suo territorio è ancora a rischio.
"Questo accordo non riguarda Gibilterra. Per noi e per la gente del Campo di Gibilterra intorno a noi, il tempo sta scadendo", ha detto Picardo: "Continuiamo a lavorare, insieme al Regno Unito, per finalizzare il negoziato con la Spagna per un accordo su una proposta di trattato tra l'UE e la Regno Unito in relazione a Gibilterra". Picardo ha recentemente dichiarato alla radio spagnola Cadena SER di Cadena che "un accordo sul modello dell'area Schengen sarebbe il risultato più positivo" per facilitare i 30 milioni di passaggi di frontiera tra Gibilterra e la Spagna ogni anno.
L'area Schengen dell'Europa è composta da circa 24 Paesi che hanno concordato per eliminare i principali controlli di frontiera all'interno del gruppo, anche se alcuni controlli locali sono stati reintrodotti a causa della pandemia. La Gran Bretagna non fa parte del gruppo di Schengen. Anche il governo del primo ministro britannico Boris Johnson ha dichiarato di essere impegnato a trovare una soluzione che possa "garantire la fluidità dei confini, che è chiaramente nell'interesse delle comunità che vivono da entrambe le parti".