Conte a Lisbona: "Non c'è tempo, la risposta dell'Ue sia forte e ambiziosa"
dall'inviato Gabriele Martelloni
Non ci sono aiuti, "cappelli in mano": c'è un solo rischio, "la fine del mercato unico europeo". Ed è un rischio che solo una risposta tempestiva dell'Europa potrà evitare. E' su questo binario che il premier Giuseppe Conte inaugura il suo tour europeo in vista del Consiglio del 17-18 luglio. Un tour che inizia dal Portogallo, passa per la Spagna e arriverà al cospetto del falco Mark Rutte forte di un asse ben saldo: quello dei Paesi del Mediterraneo. E Conte, nel segno dell'alleanza con Antonio Costa e Pedro Sanchez, va all'attacco. Non nega il legame tra Recovery Fund e Quadro finanziario pluriennale e si tiene ben lontano dall'abbozzare un sì al Mes, consapevole che mai, come in questi giorni, su dossier come quello delle Regionali o quello del fondo salva-Stati al "vulcano" M5S serve approcciarsi con i guanti di velluto.
Il premier arriva al Palazzo Sao Bento di Lisbona nel tardo pomeriggio, dopo una giornata lunghissima. In tasca ha il decreto semplificazioni e i tanti potenziali nodi che potranno emergere nei prossimi giorni. Alle spalle, continua a non scrollarsi di dosso le tensioni interne alla maggioranza.
"Abbiamo bisogno di una ripresa economica non solo dei nostri Paesi ma per l'Ue. Non ci saranno vincitori e vinti. Non dobbiamo convincere qualcuno che il Portogallo o l'Italia abbiano bisogno di aiuti", sottolinea. chiedendo una risposta tempestiva e "nessun compromesso al ribasso". E tornando ad evocare che, alla rigidità dei Paesi della "Lega anseatica" sul Recovery Fund, l'asse del Sud potrebbe rispondere con medesima durezza su alcuni aspetti del Quadro finanziario pluriennale, come quello dei "rebates". "Il piano Next Generation Ue e il quadro finanziario pluriennale costituiscono un unico pacchetto", spiega il premier. "O ne usciamo tutti insieme o non ne esce nessuno", gli fa eco Costa. E il Mes? "Non è nei nostri principali pensieri", assicurano i due all'unisono.
Domani, a Madrid con Pedro Sanchez, il tenore delle parole di Conte difficilmente cambierà. Venerdì, a L' Aia, il premier toccherà con mano lo scetticismo olandese ma è la settimana prossima, con il bilaterale di lunedì con Angela Merkel e quello - possibile ma non ancora confermato - con Emmnuel Macron che il premier intende chiudere il cerchio. Quella stessa Merkel che, domani, assieme a Ursula von der Leyen, Charles Michel e David Sassoli, è chiamata a dare la spinta decisiva al Recovery Fund pensato dalla commissione Ue.