Da Roma a Marcinelle, per non dimenticare l'emigrazione italiana in Belgio
Un percorso espositivo nell'ex bacino carbonifero di Charleroi per ricordare i 70 anni dell'accordo braccia-carbone e la catastrofe del Bois du Cazier
Una mostra a Charleroi per non dimenticare la storia della prima ondata migratoria degli italiani in Belgio e la tragedia dell'8 agosto del 1956. Un capitolo che inizia nel 1946, con l'accordo braccia-carbone che la neonata Repubblica italiana sigla con il Belgio per l'invio di manodopera in cambio di carbone a basso costo. E che ufficialmente si chiude con la tragedia del Bois du Cazier, in cui perdono la vita 262 minatori, di cui 136 italiani, e che segna lo stop dell'invio di lavoratori dal nostro Paese. La mostra "Da Roma a Marcinelle" ripercorre tutte le tappe dei migranti, dal viaggio in treno, alle prime visite a Milano, all'arrivo nel regno di Baldovino, alle baracche e alla vita in miniera. Uno spazio è dedicato alla catastrofe di Marcinelle, con le immagini storiche del Bois du Cazier e della veglia delle donne che si protrasse per giorni.
La storia
E' la "battaglia del carbone". I manifesti rosa che invitano gli italiani, massimo 35enni, a partire parlano di speciali vantaggi, salari, ferie, carbone gratuito. Ma quando gli italiani arrivano nel regno di Baldovino ad attenderli ci sono cantine e baracche, le stesse dov’erano detenuti i prigionieri di guerra tedeschi, le miniere sono vecchie e le condizioni di sicurezza inadeguate. Il lavoro è massacrante. Fino ad arrivare a quella mattina di agosto al Bois du Cazier di Marcinelle, quando per un malinteso (i giudici di Charleroi parleranno di "errore umano") a 975 metri di profondità divampa l'incendio. Muoiono 262 minatori, di cui 136 italiani.