I 70 anni di Donald Trump tra business, matrimoni e corsa alla Casa Bianca
Donald Trump è nato a New York il 14 giugno 1946. La madre, Mary Ann MacLeod, scozzese, era arrivata nella Grande Mela da turista e poi era rimasta per amore dopo aver incontrato Fred Trump
Le origini
Donald Trump è nato a New York il 14 giugno 1946. La madre, Mary Ann MacLeod, scozzese, era arrivata nella Grande Mela da turista e poi era rimasta per amore dopo aver incontrato Fred Trump. Nome anglicizzato di Drumpf. I genitori di Fred, Friederich ed Elisabeth Drumpf, dalla Germania si erano trasferiti negli Stati Uniti per conquistare il "sogno americano" che ora il nipote vuole negare a tanti. Alla nascita di Donald, quarto di cinque figli, Fred Trump aveva già "conquistato" l'America: costruttore e immobiliarista, aveva fatto fortuna dopo la Grande Depressione costruendo 15mila alloggi nel Queens, a Staten Island e a Brooklyn, attuando progetti federali per l'edilizia popolare. Donald a 13 anni fu mandato a studiare all'accademia militare, per avere il successo che meritava perché "era un re", secondo quanto raccontato dal biografo di Trump, Harry Hurt III e come conferma anche Marla Maples, la starlette che per sei anni è stata la sua ex seconda moglie, "un uomo destinato a diventare un leader del mondo".
Uscito dall'accademia, nel 1964, Donald lavorò un'estate nell'azienda di famiglia e poi andò alla Fordham University, passando poi alla Wharton School of Finance dell'università della Pennsylvania, dove si laureò nel 1968 in economia. Più tardi dirà che il trasferimento da un'università all'altra era dovuto al fatto che l'ateneo newyorkese non fosse all'altezza del suo genio.
La costruzione dell'impero Trump
Dopo gli studi era ormai pronto per seguire le orme del padre, non rinunciando certo a qualche aiutino anche se in campagna elettorale ha cercato di portare avanti il mito del "self made bilionare" che ha dovuto lottare prima di fare carriera. In realtà, all'epoca il padre era uno degli uomini più ricchi d'America con un patrimonio di 200 milioni di dollari, circa un miliardo di oggi - e di certo lo sostenne, pare con un prestito di un milione di dollari, per conquistare il mercato di Manhattan, dove lui non si era mai avventurato. Senza contare l'influenza del "buon nome della famiglia" su banche, assicurazioni, uffici e anche politici. Quando nel 1974 Donald ebbe il suo primo grande progetto newyorkese - sostituire il vecchio Commodore Hotel a Grand Central Terminal con un lussuoso Hayatt - ebbe finanziamenti di decine di milioni di dollari. Erano le fondamenta del suo impero immobiliare a New York, i primi passi verso la fama tanto che il nome Trump divenne presto sinonimo di brand di successo. E lui uno dei personaggi più influenti, e discussi, del mondo che conta, prima playboy, poi protagonista di reality show, sempre con donne bellissime al fianco.
Le nozze e i divorzi
A cominciare da Ivana Zelnickova Winklmayr, la modella che nel 1968 era stata nella squadra olimpica di sci della Cecoslovacchia sposata nell'aprile del 1977. Dopo la nascita del primo dei loro tre figli - John Donald, nato nel dicembre dello stesso anno - Ivana assunse un ruolo importante nella Trump Organization, diventando vice presidente del settore interior design, responsabile dell'arredamento della futura Trump Tower. Alla fine degli anni ottanta tentò di lasciare la carriera per tornare ad occuparsi della famiglia ma il marito le affidò il restauro del Plaza Hotel, incarico per cui Ivana si conquistò il premio di miglior presidente di hotel del 1990. La storia si concluse con un divorzio storico nel 1992. Svariati milioni di dollari e molti beni immobili oltre a 650 mila dollari all'anno di mantenimento per i figli. Tanto che qualche anno dopo lei fece il verso a se stessa nel film Il Club delle prime mogli con la frase rivolta alle donne lasciate da mariti farfalloni: «Ricordate ragazze, non prendetevela. Prendetegli tutto».
C'era ovviamente un'altra donna: l'ex miss Georgia, Marla Maples, sposata da Trump nel 1993, in tempi di crisi per il suo patrimonio Trump, perlomeno quello immobiliario il cui valore precipita da 1,7 miliardi a 500 milioni.
Nonostante tutto Trump riesce a far tornare i conti che nel 1997 toccano di nuovo quota 2 miliardi di dollari.
Tornando alla vita sentimentale di Trump, il magnate nel 1999 divorzia da Maples e inizia la relazione con Melania Knauss, modella slovena diventata nel 2005 la sua terza, ed attuale, moglie. Madre del quinto figlio del miliardario, Baron William nato nel 2006, la 45enne Melania potrebbe, in caso di una vittoria elettorale del marito a novembre, diventare la nuova first lady americana. Sarebbe la prima, dai tempi di Louisa Adams moglie di John Quincy Adams diventato presidente nel 1825, nata all'estero e naturalizzata americana. E, soprattutto, la prima ad aver posato, nella sua passata vita da modella, nuda per la copertina di una rivista. Senza contare che Trump sarebbe il primo ad arrivare alla Casa Bianca con una terza moglie al fianco: finora l'unico presidente divorziato, ma da un solo matrimonio, è stato Ronald Reagan.
Il Re delle cause legali
A proposito di record presidenziali Donald Trump ha certamente quello delle cause legali. Secondo Usa Today, il magnate del mattone in circa 30 anni è stato coinvolto in almeno 3500 azioni legali, sia come querelante che imputato. Le cause vanno da semplici scaramucce con i clienti dei suoi casino', alla diffamazione e a battaglie multimilionarie per questioni di proprietà. Secondo il quotidiano americano, Trump in questo non ha precedenti e nessun candidato di uno dei principali partiti è stato mai coinvolto in un simile numero di grovigli legali. E non si tratta affatto di storia passata perché da quando ha annunciato la sua candidatura alle presidenziali del 2016, un anno fa sono stati presentati 70 nuovi casi. Inoltre ne restano aperti almeno 50 e tali rimarranno anche a luglio quando presumibilmente otterrà ufficialmente la nomination repubblicana per la presidenza alla convention del Grand Old Party a Cleveland in Ohio.
I 70 sono i nuovi 60
C'è poi la questione dell'età: Hillary Clinton e Donald Trump formano il duo di candidati con più anni sulle spalle. Nel giorno dell'Election Day, il 6 novembre, lei ne avrà 69 (li compirà il 26 ottobre) mentre lui avrà già spento 70 candeline. Solo in tre casi della storia americana, come ricorda The Hill, la media dei candidati presidenziali è arrivata a 64 anni: nel 1848, nel 1980 e nel 1984. Ma mai si era toccata quota 69,5, l'età media del duo Clinton-Trump. Tanto che questi, qualora la sfangasse, sarebbe il più anziano presidente degli Stati Uniti, battendo il record di Ronald Reagan, inquilino della Casa Bianca nel 1980 all'età di 69 anni. Ma lui non ci pensa e rimanda gli auguri al mittente. Così quando qualche giorno fa i fan hanno intonato "Happy birthday" alla fine di un suo comizio a Tampa, in Florida, Trump ha sorriso e ha detto: "Non voglio sentirne parlare". Sono "molto diviso" sul compleanno, ha proseguito ma poi ha assicurato: "Mi sento come se avessi 35 anni. Questa è la buona notizia".
Da showman a candidato presidenziale
Altro record di Trump è la sua carriera televisiva, cui deve molto del suo successo anche politico: dal 2004 è stato per 14 stagioni il conduttore del reality "The Apprentice", tanto che il presidente Barack Obama ha fatto riferimento a questo quando ha ammonito: "Le elezioni non sono un intrattenimento, non sono un reality show, sono una competizione per la presidenza degli Stati Uniti, che è un lavoro serio".
Un altro record
Dall'annuncio formale della sua candidatura con un evento a New York, nella sua Trump Tower, introdotto dalla figlia Ivanka, ha attaccato il presidente Obama, il pericolo crescente rappresentato dal terrorismo islamico e la forza economica della Cina, affermando che l'America ha bisogno di un vero leader per ritornare grande. Secondo Trump, le Amministrazioni Obama e Bush hanno permesso il declino economico della classe media americana. Make America Great Again è il motto della sua campagna elettorale. E a giudicare dai risultati finora ha funzionato: Donald Trump è il candidato che ha ottenuto più voti nella storia del partito repubblicano, lo hanno scelto 13 milioni 406 mila elettori, circa 1,4 milioni in più di quelli che votarono George W. Bush nel 2000. In meno di 12 mesi e senza esperienza politica, l'incontenibile miliardario è riuscito a spazzare via 16 rivali e ad assicurarsi l'investitura del partito per la corsa alla Casa Bianca, superando la magica soglia dei 1.237 delegati due mesi prima della convention di Cleveland dove l'ormai inevitabile incoronazione sarà formalizzata. "Sono davvero onorato. Dovevamo arrivare a luglio...", ha commentato.