Legge elettorale, il governo pone la fiducia. Bagarre in Aula: senatrice occupa lo scranno di Grasso
Urla, cartelli e bende sugli occhi, si surriscalda il clima al Senato dopo che il governo ha posto la fiducia sulla legge elettorale
Stesso copione: come era già successo alla Camera, anche al Senato il governo pone la fiducia sulla legge elettorale. Il Rosatellum accende la faida tra governo e minoranze scatenando una bagarre in Aula che ha visto protagonisti, tra gli altri, Sinistra italiana, che dagli scranni ha alzato cartelli con la scritta 'zero fiducia', al grido di 'vergogna, vergogna'. La capogruppo, Loredana De Petris, ha protestato urlando a squarciagola fino ad occupare lo scranno di Pietro Grasso, presidente del Senato, lamentando che le è stata negata la parola. Mentre i senatori del Movimento Cinquestelle si sono calati le bende sul volto.
"Siccome noi votiamo contro questa fiducia come Mdp usciamo anche formalmente da questa maggioranza", ha annunciato la capogruppo Articolo1-Mdp in Senato, Cecilia Guerra, al termine della conferenza dei presidenti dei gruppi che ha fissato il calendario dei voti di fiducia sulla nuova legge elettorale. "Non è giustificabile - ha tra l'altro affermato - la paura dei voti segreti: la maggioranza o c'è o non c'è".
"Abbiamo cercato di ritardare il più possibile il voto anche con mezzi non convenzionali. Lo ha fatto la collega De Petris, lo stanno facendo i miei colleghi Cinquestelle. Ci vuole la massima coesione e la massima collaborazione. Cercano di approvarla prima delle elezioni in Sicilia perché così vuole Renzi. Il responsabile è Renzi". Così il senatore M5S Vito Crimi sul palco della manifestazione contro il Rosatellum, organizzata dai comitati per il No al referendum costituzionale e a cui hanno aderito Mdp e Sinistra italiana.
"Al di là dei contenuti della legge elettorale, la questione di fiducia posta dal governo prima della discussione generale del provvedimento è una vergogna senza precedenti. Si tratta infatti di una forzatura che svuota totalmente il principio della dialettica parlamentare riducendo a zero un confronto che può apparire una mera formalità ma che salvaguardia almeno la finzione che gli argomenti proposti possano comunque orientare le decisioni finali dell'Aula". Lo afferma in una nota il senatore Carlo Giovanardi.
"Le gravi affermazioni dei senatori di Mdp che paragonano il presidente Paolo Gentiloni al dittatore Mussolini, reo di aver messo la fiducia sulla legge elettorale alla Camera e al Senato, sono assolutamente inaccettabili". Lo afferma la senatrice Giuseppina Maturani, vicepresidente del gruppo Pd, che aggiunge: "Affermazioni, quelle di Mdp, che rischiano di trascinare il livello del confronto politico su derive a dir poco inqualificabili. Non si può accusare il presidente del Consiglio di autoritarismo e di dittatura quando utilizza strumenti previsti dalla nostra Costituzione per raggiungere l'approvazione di una legge richiesta a gran voce dalle più alte cariche dello Stato e da tante forze politiche in Parlamento. Questi comportamenti deprimono il Parlamento e fanno molto male alla vita democratica del Paese", conclude Maturani.