Presidenti, le foto e le parole dei discorsi di fine anno (foto)
Nel 1954 la prima diretta tv dal Colle più alto per il discorso di fine anno del presidente della Repubblica. Toccò a Luigi Einaudi rivolgersi ad una "patria" che definì "in corso di sviluppo e di perfezionamento". Poi, fino ai primi anni 60 fu la volta di Giovanni Gronchi che - nel boom economico - ricorreva spesso a parole come "futuro, sviluppo e progresso". Giuseppe Saragat nel '68 rivolse la sua attenzione al "diritto all'istruzione e alla dignità delle condizioni dei lavoratori". Giovanni Leone si occupò spesso di "terrorismo". Nel 1978, dopo la scomparsa di Aldo Moro, Pertini si rivolse con tono dimesso al Paese. Cossiga nel 1991 parlò solo tre minuti. Scalfaro fronteggiò Tangentopoli, Ciampi riconobbe il "ruolo degli immigrati". Napolitano ha spesso parlato di giovani, lavoro e riforme