Proteste a Palazzo Madama: sinistra in piazza contro il Rosatellum bis. Sul palco Civati e Travaglio
La legge elettorale compatta la sinistra e personalità che a vario titolo hanno aderito alle proteste contro il Rosatellum bis
Scende in strada la sinistra - sotto il 'cappello' del Comitato di Coordinamento per la democrazia costituente - contro la maggioranza, il Partito Democratico e la scelta del governo a guida Gentiloni di porre la fiducia al Senato, così come alla Camera, su 5 dei sei articoli previsti dal Rosatellum bis. La legge elettorale compatta il fronte del 'No', con manifestazioni di prostesta che si sono consumate anche in Aula, dove a dare man forte c'erano i Cinquestelle.
"Una violenza inaudita e un precedente pericoloso", ha detto Cecilia Guerra annunciando che da oggi "Mdp è formalmente fuori dalla maggioranza". Basta guardarsi attorno per scovare diversi esponenti di Mdp e Sinistra Italiana da Nichi Vendola a Pippo Civati e Nico Stumpo, arrivati a dare il loro supporto. Ma a colorare la bagarre ci sono state altre personalità, è il caso di Marco Travaglio, che fa parte del Comitato, e cita il programma elettorale di Renzi: "I deputati devono essere scelti tutti nessuno escluso dai cittadini perché non ci siano mai più larghe intese", che ha aggiunto: "Mentono spudoratamente perché sceglieranno loro e non noi. Noi possiamo manifestare e far girare la voce. Noi non sapremo per chi votiamo però ringraziamoli perché almeno ci hanno detto per chi non dobbiamo votare, cioè per chi sta votando questa legge", ha concluso il direttore del Fatto Quotidiano.
"Non c'è due senza tre - rincara la dose Felice Besostri, avvocato promotore del ricorso contro l'Italicum - se hanno bocciato già due leggi elettorali la Consulta boccerà senz'altro la terza anche se loro correranno contro il tempo per evitare la sentenza, ma a meno che non vadano a votare il giorno dopo la promulgazione non ci riusciranno".
Dello stesso tenore Giuseppe Civati, fondatore e segretario di Possibile: "Questa mobilitazione deve proseguire e prendere una forma politica, di un progetto culturale di rispetto della democrazia, della Costituzione, delle regole. Questa è la sintesi dell'intera legislatura: una doppia fidudica sulla legge elettorale, già messa sull'Italicum, su una legge incostituzionale. Chiudono una stagione lunga di arroganza del potere, di scelte prese a botte di maggioranza, con sedute-fiume e canguri...".
A Palazzo Madama e Piazza Navona, animata da bandiere di Rifondazione comunista e quelle arcobaleno, ha detto la sua anche Nicola Fratoianni: "Siamo di fronte ad un colpo di mano che è segno di debolezza e ipocrisia. Questa maggioranza continua a pensare di disegnare la legge elettorale sulla base dei propri interessi. Questa è la legge elettorale del governo Renzi-Berlusconi. È bene che gli italiani lo sappiano, noi continueremo ad opporci nelle aule e nelle piazze contro questo scacco alla democrazia".
Alla protesta avvenuta alla presenza di numerosi senatori e deputati di Mdp, era assente Pier Luigi Bersani, perché impegnato in campagna elettorale in Sicilia, e Roberto Speranza, che era al Copasir. Tra facce le riconoscibili, tra gli altri: Nico Stumpo e Stefano Fassina, Alfredo D'Attorre, Francesco Laforgia, Miguel Gotor.