Scricchiola il moncone est del Ponte Morandi di Genova: autorità in allarme. Stop al recupero beni
Scricchiolii uditi nella notte dai cittadini genovesi mettono in allarme le autorità: "sembravano provenire dal moncone est". Da qui la decisione dei vigili del fuoco di interrompere in via precauzionale le operazioni di recupero delle masserizie e degli oggetti personali dalle abitazioni evacuate
Segnalazioni ripetute di scricchiolii uditi dai cittadini genovesi - provenienti dal moncone est di ponte Morandi - hanno allertato le autorità locali. Così, vigili del fuoco in primis hanno deciso di interrompere, in via precauzionale, le operazioni di recupero degli oggetti personali dalle abitazioni evacuate in attesa di nuovi accertamenti tecnici, tuttora in corso. La "zona rossa", dunque, resta al momento interdetta anche ai mezzi di soccorso.
Nel frattempo è stato rinviato di una settimana il rientro per circa 750 dei 2.600 dipendenti di Ansaldo Energia. Si tratta di lavoratori che operano nella palazzina uffici nelle vicinanze del ponte, più gli addetti di "campi 1", uno dei tre capannoni dello stabilimento di Campi: quello dedicato all'assemblaggio finale delle turbine di taglia medio piccola. Per loro la riapertura è spostata al 27 agosto, ma solo se arriverà il via libera dei vigili del fuoco. L'area, di fatto, rientra nella zona rossa.
Le indagini sul crollo
Parallelamente proseguono le indagini sulle possibili cause che hanno scatenato il crollo del Ponte Morandi a Genova. "C'è stato un abbassamento, ma subito dopo il crollo": l'ingegner Antonio Brencich, docente universitario a Genova e membro della Commissione Infrastrutture e Trasporti chiamato ad accertare le cause del crollo del ponte Morandi, ha spiegato che l'abbassamento di 7 centimetri del moncone est, che ancora continua a preoccupare, non sarebbe avvenuto nelle ultime ore. "La deformazione - ribadisce Brencich - è avvenuta dopo il crollo, per il fatto che il moncone non ha avuto più l'appoggio. L'abbassamento è coerente con questo scenario".