Lampedusa, le foto dello sbarco della Sea Watch e dell'arresto della comandante Carola Rackete
Carola Rackete forza il blocco e viene fermata dalla Guardia di Finanza per violazione dell'articolo 1100 del codice di navigazione. La nave posta sotto sequestro con sanzione pecuniaria di 20mila euro
Con un blitz in piena notte, la Sea Watch dopo due settimane in mezzo al mare entra nel porto di Lampedusa violando l'alt intimatogli dalla Guardia di Finanza: "Non ce la faccio più, devo portarli in salvo", ha detto la comandante Carola Rackete all'equipaggio, comunicando la decisione che aveva preso. Una scelta che le è costata cara: i finanzieri, con la nave ormai ormeggiata in banchina, sono saliti a bordo e l'hanno arrestata. La donna è adesso agli arresti domiciliari, in attesa dell'udienza di convalida davanti al gip.
La cronaca
La decisione di non attendere più arriva poco dopo l'una di notte: Carola Rackete accende i motori e fa rotta verso l'isola. Immediatamente la motovedetta della Guardia di Finanza che in questi ultimi due giorni è sempre rimasta accanto alla nave della ong le intima l'alt. Un ordine, dicono i finanzieri, ripetuto tre volte e sempre rimasto inascoltato. Quando è ormai evidente che la Sea Watch è entrata in porto, la motovedetta tenta un'ultima mossa, ponendosi tra la banchina e la nave per impedire l'attracco. Ma Carola non si ferma e porta la Sea Watch sempre più vicino, fino a urtare la motovedetta.
L'ingresso della nave è accolto sul molo dagli applausi dei sostenitori della Ong e dalle grida di un gruppo di lampedusani, guidati dall'ex vicesindaco dell'isola Angela Maraventano, che urlano vergogna. "Non si può venire a fare quello che si vuole, non venite nelle nostra isola o succede il finimondo. Fate scendere i profughi e poi arrestateli tutti", ha gridato Maraventano più volte rivolgendosi alle forze dell'ordine. All'esponente leghista ha risposto l'ex sindaco Giusi Nicolini, anche lei sul molo: "Che vuoi tu, chi sei tu per decidere chi deve venire e chi no".
Alle 2.50 i finanzieri sono saliti a bordo della nave per uscirne, tre minuti dopo, con la comandante, che è stata prelevata e fatta salire su un'auto tra gli applausi e qualche insulto. L'arresto è stato formalizzato poco dopo nella caserma della Guardia di Finanza: con la manovra compiuta, è la tesi degli investigatori, Carola ha fatto resistenza alle autorità e ha rischiato di provocare un incidente. Per questo potrebbe esserle contestato anche il tentato naufragio. "Non avevamo scelta - dice la portavoce della Ong Giorgia Linardi -. Alla comandante non è stata data nessuna soluzione nonostante avesse dichiarato da 36 ore lo stato di necessità. Era dunque sua responsabilità portare queste persone in salvo. La violazione non è stata del comandante, ma delle autorità che non hanno assistito la nave per sedici giorni".
Subito dopo aver portato via Carola, i militari e gli uomini della Polizia sono saliti a bordo per notificare il provvedimento di sequestro della nave. E a bordo sono saliti anche i medici e i volontari dell'Unhcr e dell'Oim, per un primo screening sanitario e per fornire ai migranti le prime informazioni. Al sorgere dell'alba i 40 migranti hanno messo piede a terra.
Arrestata in flagranza di reato
La comandante, arrestata in flagranza, ha indicato un'abitazione a Lampedusa come domicilio in cui scontare gli arresti. Entro 48 ore la Procura di Agrigento, guidata da Luigi Patronaggio, dovrà chiedere al gip la convalida dell'arresto. Il giudice delle indagini preliminari ha altre 48 ore per fissare l'udienza, che si terrà ad Agrigento, in cui si dovrà decidere se convalidare o meno il provvedimento. Secondo quanto si apprende, Carola Rackete non verrà processata per direttissima, ma il caso seguirà le vie ordinarie. Le accuse che i pm le rivolgono sono la violazione degli articoli 1100 del codice della navigazione, che sanziona con la pena massima di 10 anni chi fa violenza o resistenza a una nave da guerra, e il tentato naufragio, previsto dagli articoli 110 e 428 del codice penale, e sanzionato con la pena massima di 12 anni. La Procura, nelle prossime ore, valuterà anche se ci sono profili di reato nella condotta dell'equipaggio della nave. Nessuna responsabilità è invece configurabile per i parlamentari che sono a bordo della Sea Watch.
Intanto, la nave è stata riportata a largo di Lampedusa e posta sotto sequestro dalla Guardia di Finanza.