Strage di Nizza. Brahim Aoussaoui, identikit dell'assalitore arrivato sul barchino a Lampedusa
Il ventunenne tunisino che ieri ha ucciso tre persone a Nizza continua a essere in prognosi riservata in ospedale dopo l'operazione subita per le ferite riportate quando i poliziotti hanno aperto il fuoco intervenendo sul luogo della strage. Ripercorriamo la strada che dalla Sfax in Tunisia lo ha portato davanti alla cattedrale di Notre-Dame de l'Assomption.
Brahim Aoussaoui era sconosciuto ai servizi segreti. Lo aveva già dichiarato ieri in conferenza stampa il procuratore nazionale antiterrorismo francese, Jean-Francois Ricard, spiegando che le impronte digitali del giovane non risultavano inoltre nelle banche dati delle forze dell'ordine e lo ha confermato oggi la ministra Lamorgese.
Tra gli effetti personali di Brahim, è stata trovata una tessera della Croce Rossa italiana contenente le sue generalità. Lo ha dichiarato in conferenza stampa Jean-Francois Ricard, il capo della Procura Nazionale Antiterrorismo francese. Sono stati inoltre ritrovati, riferiscono i media francesi, un Corano, due telefoni, un coltello con una lama di 17 centimetri e altri due coltelli non utilizzati.
Era arrivato a Nizza mercoledì in treno da Parigi ed è stato ripreso dalle telecamere a circuito chiuso della stazione dove si è cambiato ieri mattina prima di raggiungere la chiesa di Notre Dame, a 400 metri di distanza, e di compiere l'attacco.
Originario del villaggio di Sidi Omar Bouhajla, poi trasferitosi con la famiglia a Sfax, Aoussaoui era arrivato a Lampedusa il 20 settembre scorso a bordo di uno di quei "barchini" che fanno la spola in quel braccio del mare Mediterraneo portando al massimo venti migranti per volta. Nello stesso giorno sono sbarcate altre 28 persone.
Dopo il fotosegnalamento con la raccolta delle generalità, delle impronte digitali, e l'iscrizione d'ufficio sul registro degli indagati della Procura di Agrigento per "ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato italiano" Brahim è stato portato nell’hotspot dell’isola. A questo punto, nonostante l'identificazione, nulla ha fatto scattare l'allarme. Il 21enne, ha chiarito la ministra dell'Interno Lamorgese: "Non era stato segnalato né dalla Tunisia né dai servizi di intelligence. E' arrivato a Lampedusa con uno sbarco autonomo il 20 settembre e il 9 ottobre ha ricevuto un decreto di respingimento".
Il 25 settembre in effetti, insieme ad altri 50 migranti, è stato trasferito sulla Rhapsody dove ha completato, insieme a altre centinaia di migranti già a bordo, la quarantena d'obbligo, per poi sbarcare, l'8 ottobre a Bari. Nuovo fotosegnalamento e verifica dello status dei richiedenti asilo, Brahim invece era tra i 122 che, come prevedono le procedure, è stato rimesso in libertà con un decreto di respingimento dal territorio italiano da eseguire entro sette giorni.
E' quello che accade in migliaia di casi di migranti che approdano in Italia sperando poi di raggiungere poi altri Paesi europei come Francia e Germania. Brahim è uno di questi, sul Corriere Giovanni Bianconi cita le voci di chi era con lui sulla Rhapsody e che l'avrebbe visto passare molto tempo al telefonino e dire che intendeva raggiungere dei familiari oltr'alpe. Una volta sceso a Bari Brahim svanisce nel nulla per poi ricomparire ieri a Nizza davanti alla cattedrale di Notre Dame.
La famiglia a Sfax in Tunisia viene sentita dalla polizia antiterrorismo e poi, alla tv Al-Arabyia, dichiara che il giovane aveva inviato loro "una foto scattata davanti alla basilica".