#SyriaoffFrame. La Siria che resta: artisti tra testimonianza, resistenza e speranza
"Ti ricordi il gioco della guerra che facevamo da bambini? Ciò che è accaduto è che siamo finiti dentro lo schermo della tv e Dio ha preso il nostro posto". Sono versi del poeta siriano Suleiman. Parole che hanno ispirato un'opera di Amr Hatem, visual designer siriano, tra gli artisti raccontati nel volume Syria off frame, appena presentato a Roma. Il dipinto di una porta rossa, che nasconde forse quel rimosso che rappresenta per noi occidentali la guerra in Medio Oriente, tracce di una civiltà e di una cultura, come l'arco di Palmira, che neanche quelle violenze potranno cancellare. Piccoli quadri (tutte le tele misurano 10X12 cm) che evocano "l'altrove dell'immagine", come spiega la curatrice, Donatella Della Ratta, nell'introduzione del libro. Pittori, poeti, scrittori, visual artist, designer di origine siriana. 140 piccole tele di autori di diverse generazioni, alcuni emigrati in Europa, altri ancora nel loro Paese, impegnati a raccontare qualcosa che va oltre quello che sta accadendo, nelle condizioni drammatiche di chi vive sotto assedio, senza acqua, elettricità, cibo. L'arte diventa allora testimonianza e forza vitale. Due i progetti collettivi illustrati: "Da Amman a Homs, l'arte come resistenza" e "Syria pixels", un'installazione di 35 tele che racchiude video girati con lo smartphone da ogni artista, "una video-voce della Siria". Una collezione che Imago Mundi, progetto non profit di arte contemporanea promosso da Luciano Benetton, ha raccolto tra la primavera e l’estate scorsa grazie all’impegno di una tenace e coraggiosa catena umana.