Viaggio negli studi di Radio Radicale nell'ultimo giorno di convenzione
Il 21 maggio è scaduta la convenzione con il Ministero dello Sviluppo Economico (Mise), che prevede la concessione all'emittente di 14 milioni di euro l'anno. Radio Radicale, attiva dal 1976, rischia la chiusura. Lega e opposizioni vorrebbero rinnovare l'agevolazione mentre i Cinquestelle hanno espresso parere contrario
Il mancato rinnovo della convenzione, che mette a rischio la sussistenza di Radio Radicale, passa attraverso il parere contrario dei Cinquestelle. Raffaele Trano, capogruppo pentastellato in commissione Finanze della Camera, ha detto 'no' all'ammissibilità degli emendamenti di proroga della convenzione a Radio Radicale (In particolare c'era emendamento che prevedeva la proroga di sei mesi della convenzione con uno stanziamento di 3,5 milioni di euro, ndr). In questo modo il Movimento di Luigi Di Maio blocca il rinnovo alla Radio nonostante il parere favorevole di Lega e delle opposizioni. Era necessaria l'unanimità, richiesta dal presidente leghista Claudio Borghi, che di fatto non c'è stata.
Di Maio aveva mostrato un'apertura nei confronti di Radio Radicale, mentre nel Movimento sembra essere passata la linea di Vito Crimi, il sottosegretario con delega all'editoria. Ma c'è chi si rivolge al Presidente Roberto Fico. L'appello è quello di far esprimere l'Aula.
Di Maio a Radio Anch'io
"Dobbiamo trovare una soluzione ragionevole che tuteli i posti di lavoro senza un intervento diretto dallo Stato", ha dichiarato Di Maio a Radio Anch'io. Per il vicepremier "si sono versati milioni a questa radio e non ad altre che stanno sul mercato. Io non ho nessun interesse a far perdere posti di lavoro e a spegnere una radio, serve una soluzione ragionevole che non preveda un contributo diretto". A Roberto Giachetti, in sciopero della fama e della sete da cinque giorni, dice: "Spero possa tornare a bere e mangiare".