Alitalia, Calenda al Tg3: no nazionalizzazione, piuttosto negoziato con Ue su prestito ponte
La nazionalizzazione non è una opzione per Alitalia anche perché "i cittadini non lo vogliono". A dirlo ai microfoni del Tg3 il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, ricordando che "i cittadini italiani hanno messo circa 7 miliardi e 400 milioni nei progetti di salvataggio" della compagnia, "credo che sia sufficiente". La soluzione, ha aggiunto il ministro non può essere quella di "mettere altri miliardi pubblici e mantenere un'azienda in perdita. Io credo che questo non sia percorribile". Piuttosto, "nell'orizzonte temporale dei sei mesi, si può negoziare con la Ue un ponte transitorio finanziario".
Per ora "non si può parlare di esuberi, c'erano dei numeri di esuberi per il piano, che prevedeva originariamente erano 1300 esuberi che eravamo riusciti a ridurre a poco più di 900. Ora tutto questo è in discussione, vedremo nei prossimi mesi così il ministro Calenda al Tg3, sottolineando che "per i lavoratori dipenderà molto dagli sbocchi che si troveranno nel corso dell'amministrazione straordinaria". "Per i viaggiatori - ha aggiunto Calenda - la situazione dovrebbe rimanere intatta, se si andrà verso l'orizzonte dell'amministrazione straordinaria i servizi continueranno a funzionare".