Amatrice due anni dopo il terremoto
Il 24 agosto ad Amatrice è la Giornata del Silenzio in ricordo delle 249 vittime del sisma che ha colpito il borgo reatino due anni fa.
Il 24 agosto 2016 uno dei borghi più belli d'Italia viene raso al suolo da un sisma di magnitudo 6.0. Ad Amatrice resta in piedi solo un campanile che svetta al centro di una spianata di macerie.
Due anni dopo i segnali di rinascita ci sono. Le casette sono state consegnate a tutti, le attività produttive, anche se a fatica, hanno ripreso a girare, i negozi e i ristoranti hanno riaperto nei centri commerciali tirati su dal nulla; a settembre le nuove scuole sostituiranno quelle provvisorie perchè è dai giovani che bisogna ripartire, le strade sono state rimesse a posto. Adesso l'obiettivo è far sparire le macerie, poi si inizierà a pensare alla ricostruzione, perché quasi tutto quello che c'è adesso, è provvisorio.
Servirà tempo, forse 6 anni, dice il sindaco facente funzioni di Amatrice Filippo Palombini. Davanti alla sede momentanea del Comune c'è una grande spianata dove un tempo c'era la scuola, restano i disegni dei bambini, attaccati su un muro. La parte sinistra del paese per chi arriva da Roma non c'è più: dell'hotel Roma non c'è neanche più il basamento, al posto del convento delle suore c'è un enorme macchinario che tritura pietre e cemento, un buco dove c'era l'ospedale. A destra c'è quel che resta della chiesa di San Francesco, qualche palazzo è ancora in piedi, ma dovrà sparire entro dicembre. Della vecchia Amatrice resteranno cinque simboli: il Museo Civico, la chiesa del Purgatorio, San Francesco, Sant'Agostino e la torre civica, che oggi è tenuta insieme e nascosta da travi di legno e tiranti d'acciaio: hanno coperto anche l'orologio, fermo alle 3,36 di quel 24 agosto. Qui intorno nascerà il borgo nuovo.
Dice Palombini: "Io per tirarmi su vado a l'Aquila e guardo la miriade di gru. Quello è il simbolo della rinascita, se ne parte una partono tutte. Entro la prossima Primavera, ad Amatrice voglio vedere le gru".
Tutto intorno ad Amatrice però, da Sant'Angelo a Saletta fino a San Lorenzo a Flaviano le frazioni sono un concentrato di niente: le uniche macerie tolte sono quelle che rendevano pericoloso il transito sulla strada principale, le casette spuntano all'improvviso in mezzo al nulla.