Terremoto: ecco la prima animazione dello spostamento del suolo
Sono arrivati anche gli ultimi dati dai satelliti, con le immagini delle zone dell'Italia centrale colpite dal terremoto, e confermano che Norcia è scivolata verso Ovest di 35 centimetri, mentre l'area di Montegallo si è spostata verso Est e la zona di Castelluccio si è abbassata di oltre 60 centimetri.
Prima animazione dello spostamento del suolo nell'Italia centrale provocato dai terremoti del 24 agosto e del 26 e 30 ottobre. Lo rendono noto Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Agenzia Spaziale Italiana (Asi)e Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).
In particolare, precisa in un comunicato il Cnr, la mappa di deformazione co-sismica, calcolata utilizzando le immagini ALOS 2 pre e post-evento (acquisite rispettivamente il 24 agosto e il 2 novembre 2016), evidenzia due lobi principali di deformazione. Il primo, che interessa l’area di Norcia, mostra uno spostamento verso ovest e un sollevamento che, nella linea di vista del radar, corrispondono a circa 35 cm di deformazione. Il secondo mette in luce un significativo abbassamento del suolo nell’area di Castelluccio (più di 60 cm in linea di vista del sensore) e uno spostamento verso est dell’area di Montegallo.
L'animazione, basata sui dati del satellite giapponese Alos 2, conferma i dati forniti in precedenza dai satelliti Cosmo SkyMed, dell'Asi, e Sentinel 1, del programma europeo Copernicus. I dati sono stati elaborati dall'Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell'Ambiente del Cnr (Irea-Cnr), mentre l'Ingv ha elaborato l'inteferogramma, basato sul confronto delle immagini acquisite prima e dopo i terremoti.
Dall'interferogramma ottenuto dai dati Sentinel-1 è possibile delimitare la zona (40 x 15 km) in cui il terreno si è abbassato a seguito dei terremoti del 26 e 30 ottobre di magnitudo 5.9 e 6.5”, dichiara Stefano Salvi, dirigente tecnologo INGV. “Si nota molto bene la complessità dei movimenti del suolo, sostanzialmente dovuti a due categorie di effetti: allo scorrimento degli opposti lembi di crosta terrestre lungo i piani di faglia profondi è dovuto l'andamento concentrico delle frange colorate (linee di uguale abbassamento), mentre discontinuità, addensamenti o piegature ad angolo acuto delle frange sono dovute a fenomeni molto superficiali quali scarpate di faglia, riattivazioni di frane, sprofondamenti carsici. E' il contributo dei terremoti alla costruzione dei paesaggi Appenninici”..
"In soli quattro giorni sono già arrivati dati di qualità", ha detto il sismologo Gianluca Valensise, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Dopo queste prime elaborazioni, ha detto Valensise, "le immagini dei satelliti dovranno essere ulteriormente raffinate e poi utilizzate per ottenere dei modelli". Si lavora molto intensamente, quasi senza sosta, e "si discute sulla geometria profonda delle faglie". Nel frattempo si sa che è necessario tenere alta la guardia perchè è anche impossibile fare qualsiasi previsione su come la situazione potrà evolvere. Altrettanto impossibile è sapere se potranno esserci nuove scosse importanti e, nel caso in cui questo dovesse avvenire, le probabilità maggiori indicano che potranno avvenire in direzione Nord-Ovest. Questo perchè, ha spiegato Valensise, "rispetto al primo giorno l'attività si è spostata sempre più verso Nord Ovest", compresa la più recente delle scosse più forti, quella di magnitudo 4,7 registrata il 3 novembre nella provincia di Macerata.