I verbali di Odevaine: il patto tra Pd e Alemanno e i soldi ai consiglieri comunali
Nell'interrogatorio reso ai pm il 15 ottobre scorso Odevaine racconta le sue verità. L'ex esponente al Tavolo nazionale per l'Immigrazione sa che l'unica possibilità per uscire dal carcere è parlare. E infatti poco dopo quell'interrogatorio e a pochi giorni dall'inizio del maxiprocesso Odevaine ottiene i domiciliari.
Nell'interrogatorio racconta il sistema del monopolio che le amministrazioni comunali hanno affidato ai cosiddetti camion-bar, ma anche di una presunta tangente elargita per i lavori alla Bufalotta. Sui camion bar, "Di 500 licenze rilasciate, 430 erano tutte intestate a membri della famiglia Tredicine-Falasca che, fino all'avvento di Giordano Tredicine al consiglio comunale, finanziava tutta la politica romana". Un business che fruttava 2 milioni di euro al giorno che finivano in un fondo nero per finanziare i consiglieri comunali.
Odevaine racconta di un presunto accordo - una sorta di "pax nel periodo della giunta di centrodestra" - tra l'ex sindaco Gianni Alemanno e il pd Umberto Marroni che avrebbe garantito 400mila euro di fondi comunali a disposizione di ogni consigliere del Campidoglio. Intesa proseguita in altre forme, secondo le sue dichiarazioni, anche con la giunta di Ignazio Marino.
Sulla Bufalotta Odevaine racconta che "sarebbe stata pattuita una tangente, pagata da Caltagirone, in relazione all'affare edilizio della Bufalotta, in direzione di Marroni, Smedile e Alemanno. Una erogazione a contenuto patrimoniale". Parole queste smentite dagli interessati che minacciano querele.