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SCIENZA

Missione Apollo 11

45 anni fa lo sbarco sulla Luna: Marte è il prossimo obiettivo

Nella notte tra il 20 e il 21 luglio 1969 Neil Armstrong e Buzz Aldrin furono i primi a mettere piede sul nostro satellite. La Nasa ricorda l'impresa e fa promessa: “Gli uomini che andranno su Marte sono sulla Terra già oggi”

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di Andrea Bettini L'orma di Neil Armstrong è ancora lassù. Sulla Luna non c'è vento e la traccia lasciata dal primo uomo a mettere piede sul nostro satellite è rimasta come allora. Sono passati 45 anni dal 20 luglio 1969. Quel “piccolo passo per un uomo” è ancora considerato da tutti “un grande salto per tutta l'umanità”, proprio come disse in diretta televisiva mondiale il comandante dell'Apollo 11, una missione entrata nella leggenda.
 
Armstrong, insieme a Edwin “Buzz” Aldrin e Michael Collins, era partito il 16 luglio per un'avventura che fino a dieci anni prima appariva pura fantascienza. Un viaggio di 400mila chilometri fino al nostro satellite, con tanto di discesa sulla sua superficie. Era il coronamento di anni di durissimo lavoro, un traguardo indicato nel 1961 da John Fitzgerald Kennedy e da lui scelto proprio perché molto difficile da raggiungere. Il tutto con il timore costante di essere battuti sul tempo dall'Unione Sovietica. Perché i russi erano sempre arrivati in anticipo, nel 1957 con il primo satellite, lo Sputnik 1, e nel 1961 mandando il primo uomo in orbita, Yuri Gagarin.
 
Alle 22.18 italiane del 20 luglio 1969 il LEM si poggiò delicatamente sulla superficie lunare, alle 4.56 italiane del giorno successivo Armstrong e Aldrin iniziarono la loro passeggiata, primi uomini a mettere piede in un luogo che “Buzz” descrisse come una “magnifica desolazione”. Pochi giorni dopo, il 24 luglio, facevano ritorno sulla Terra ammarando nell'Oceano Pacifico, accolti come eroi.
 
Sulla Luna gli astronauti dell'Apollo 11 lasciarono una targa con scritto: “Siamo venuti in pace per tutta l'umanità”. A 45 anni di distanza, con la Guerra Fredda ormai affidata ai libri di storia, quella frase è forse ancor più corrispondente al vero. La loro impresa appartiene davvero a tutti noi.
 
In questi giorni le celebrazioni si moltiplicano ovunque. La Nasa ha deciso di ricordare l'Apollo 11 guardando al futuro, al prossimo grande salto per tutta l'umanità. Intorno alla metà degli anni '20, annuncia l'agenzia spaziale americana sul suo sito, degli astronauti approderanno per la prima volta su un asteroide. Ciò che impareremo e le tecnologie che saranno sviluppate per quella missione saranno fondamentali per raggiungere il Pianeta Rosso. “I primi uomini che metteranno piede su Marte  sono già sulla Terra oggi”, promette la Nasa.
 
Neil Armstrong è morto due anni fa, ma probabilmente sarebbe d'accordo: il modo migliore per ricordare una delle più grandi imprese della storia è guardare avanti e pensare a quella successiva. Il viaggio dell'uomo nello spazio in fondo è appena cominciato.
 
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