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Coronavirus

Pandemia di Covid-19

Usa: 81.488 casi, più di Italia e Cina, 500mila nel mondo

Trump vuole soldati Usa a confine Canada, no di Trudeau. Intanto gli Usa diventano il primo Paese al mondo per numero di casi di coronavirus, più di Italia e Cina

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Mezzo milione di contagiati, 23mila morti. È il bilancio, implacabilmente in aumento, della pandemia di Covid-19 nel mondo.

Gli Stati Uniti sono ora diventati il primo Paese al mondo per casi di coronavirus. Secondo i dati del New York Times sono 81.488, più di Cina e Italia, con 1.178 morti in tutto il Paese.

Anche l'Italia è vicina a superare gli 81mila contagi della Cina, dove il nuovo coronavirus Sars-CoV-2 è stato individuato l'anno scorso, mentre da giorni secondo Pechino non ci sono contagi locali, ma solo decine di 'importati' (e per questo è stato bloccato l'ingresso a tutti gli stranieri). Già 2,8 miliardi di persone, più di un terzo della popolazione mondiale, vivono sotto rigide regole di restrizioni agli spostamenti, mentre i sistemi sanitari europei e statunitensi sono sotto enorme pressione e milioni di persone sono rimaste senza lavoro. Il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha rimproverato i leader mondiali per aver sprecato tempo prezioso: "Il tempo di agire era più di un mese o due fa", "abbiamo sprecato la prima finestra d'opportunità", "questa è la seconda finestra, che non dovremmo buttare, dovremmo fare tutto il possibile per sopprimere e controllare questo virus".  

Negli Usa, dove è stato annunciato un pacchetto economico da 2.200 miliardi di dollari per imprese, ospedali e cittadini, il numero dei morti è salito a più di 1.178 e i contagiati a 81.488. New York, in lockdown da giorni, è l'hotspot, con il record di 385 decessi, 100 in più in un giorno, e 37.500 infezioni. "E' plausibile che metà dei newyorchesi, forse più di metà, si prenderà questa malattia", ha detto il sindaco Bill de Blasio. Lo scontro politico è scoppiato tra il governatore Andrew Cuomo e altri governatori, che chiedono azioni federali urgenti, e il presidente Trump. Il quale ha risposto annunciando linee guida per smorzare le restrizioni nelle aree considerate meno "a rischio". I democratici lo accusano di mettere l'economia davanti alla salute delle persone. Nel frattempo anche la città di Miami ha decretato il coprifuoco notturno, e il Colorado ha imposto di restare in casa a tutti i cittadini.

Trump vuole soldati Usa a confine Canada, no di Trudeau
Donald Trump, tra le misure per frenare la diffusione del coronavirus, vuole blindare la frontiera col Canada schierando i militari a 40 chilometri dal confine, cosi' da impedire ingressi irregolari. Lo ha denunciato Justine Trudeau, affermando di essere totalmente contrario alla militarizzazione del confine americano-canadese. Il Canada confina con 13 stati Usa.

In Russia, dove i casi sono 840 di cui 182 in 24 ore, Mosca ha stretto ulteriormente: dopo che il Cremlino aveva annunciato una settimana di vacanza da lunedì, ha imposto la chiusura di tutti i negozi tranne quelli essenziali e di vari parchi della capitale. L'esercito, inoltre, costruirà 16 centri per malattie infettive in tutto il Paese.

L'India, dove alla popolazione di 1,3 miliardi di abitanti è stato ordinato di restare in casa e i casi confermati dalle autorità sono solo 553, l'allarme è per i milioni di persone senza casa, senza cibo e senza lavoro. Il governo ha deciso stimoli economici per 22 miliardi di dollari, con consegne mensili di 5 chilogrammi di cereali e 1,2 chilogrammi di lenticchie per 800 milioni di persone, circa il 60% degli abitanti del secondo Paese più popoloso al mondo. Alcuni Stati hanno anche iniziato a distribuire riso nelle baraccopoli e avviato versamenti di denaro nei conti bancari di chi è rimasto senza lavoro.

Il Sudafrica intanto si appresta a entrare in lockdown, con oltre mille casi di contagio: il numero più alto del continente africano, dove sono in tutto oltre 3mila.

In Brasile, dove i contagi sono oltre 2.600 e i morti 60, infuria la polemica politica: i governatori degli Stati hanno contestato la richiesta del presidente Jair Bolsonaro di riaprire le scuole e le imprese, dopo che per giorni ha definito la Covid-19 una "influenzina".
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