ITALIA
Agostini (Pd): situazione grave. Meloni (Fdi): Strasburgo ridicola
Aborto, Consiglio d'Europa: troppo difficile in Italia. Violato il diritto alla salute
In alcune regioni le percentuali di obiezione tra i ginecologi sono superiori all'80 per cento: in Molise (93,3 per cento), in Basilicata (90,2 per cento), in Sicilia (87,6 per cento), in Puglia (86,1 per cento), in Campania (81,8 per cento), nel Lazio e in Abruzzo (80,7 per cento)
Lo ha affermato il Consiglio d'Europa, dichiarando "ammissibile" un ricorso della Cgil alla Corte sulla violazione dei diritti alla salute delle donne che intendono accedere all'interruzione di gravidanza (secondo le modalità previste dalla legge) e dei medici non obiettori di coscienza.
"Le donne che cercano accesso ai servizi di aborto -si legge nelle conclusioni- continuano ad avere di fronte una sostanziale difficiolta' nell'ottenere l'accesso a tali servizi nella pratica, nonostante quanto è previsto dalla legge ".
Il Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d'Europa denuncia una situazione in cui "in alcuni casi, considerata l'urgenza delle procedure richieste, le donne che vogliono un aborto possono essere forzate ad andare in altre strutture, in Italia o all'estero, o a mettere fine alla loro gravidanza senza il sostegno o il controllo delle competenti autorità sanitarie, oppure possono essere dissuase dall'accedere ai servizi di aborto a cui hanno invece diritto in base alla legge 194/78".
Secondo il Comitato, quest tipo di situazioni possono "comportare notevoli rischi per la salute e il benessere delle donne interessate, il che è contrario al diritto alla protezione della salute".
Camusso: da Consiglio europa sentenza importante
"Il riconoscimento di queste violazioni, a distanza di ormai due anni dalla prima condanna del Comitato europeo nei confronti dell'Italia - sottolinea Susanna Camusso, ledaer della Cgil - è una vittoria per donne e per i medici, ma anche per l'Italia: essa costituisce un'importante occasione affinchè si prenda finalmente coscienza dei problemi concreti di applicazione della disciplina, finora del tutto disconosciuta dal Ministero della Salute".
Agostini: situazione grave, intervenga il governo
Durante questa legislatura ho presentato diverse interrogazioni al governo sul tema" dell'interruzione volontaria di gravidanza. Lo afferma la deputata democratica Roberta Agostini. "In alcune regioni - aggiunge - le percentuali di obiezione tra i ginecologi sono superiori all'80 per cento: in Molise (93,3 per cento), in Basilicata (90,2 per cento), in Sicilia (87,6 per cento), in Puglia (86,1 per cento), in Campania (81,8 per cento), nel Lazio e in Abruzzo (80,7 per cento). Quattro ospedali pubblici su dieci, di fatto, non applicano la legge 194 e continuano ad aumentare gli aborti clandestini".
"E' del tutto evidente - prosegue - come in Italia si stia violando il diritto alla salute delle donne e quanto sia urgente garantire il servizio di interruzione volontaria di gravidanza in ogni struttura e su tutto il territorio nazionale, nella piena applicazione della legge 194 del 1978. Chiediamo al governo e alle regioni di agire subito assumendo le misure opportune e necessarie per assicurare i diritti delle donne e dei medici".
Meloni: Strasburgo ridicola, difficile è avere un bambino
I pronunciamenti del Consiglio d'Europa sono ridicoli: si occupano solo di questioni ideologiche, come del resto fa anche la Cgil. In Italia non è troppo difficile abortire: è difficile avere un bambino, anche grazie alle politiche delle istituzioni europee che hanno affamato le famiglie italiane per rimpinguare le casse delle grandi banche e delle lobby che le governano. Cominciamo a destinare al sostegno alla maternità i fondi europei, poi vedremo quante saranno le donne che vorranno abortire". Lo dice la leader di Fdi Giorgia Meloni, candidata a sindaco di Roma, commentando il provvedimento del Consiglio d'Europa
Turco: tema dell'aborto centrale nelle decisioni politiche
"Il pronunciamento del Consiglio d'Eruropa - dice Turco - rileva che l'Italia, al di là dei dati rassicuranti della relazione al Parlamento sull'applicazione della 194, deve fare di più e meglio. Il tema dell'aborto deve essere centrale nelle decisioni politiche e non marginale come invece è".
Locatelli: su legge 194 dati ministero falsati
"I dati del ministero, che parlano di non criticità, in realtà sono falsati - commenta Pia Locatelli, Capogruppo del Psi alla Camera - nell'elenco dei non obiettori, infatti, vengono calcolati anche coloro che lavorano nei consultori o in ospedali dove non si pratica l'interruzione volontaria di gravidanza e questo fa sì che risulti a livello nazionale che ogni non obiettore effettui solo 1.6 aborto a settimana. Il che non corrisponde alla realtà".