"Andrò a Fatima"
Alì Agca, notte nel Cie di Roma. Oggi attesa per l'espulsione
L'ex attentatore del Papa sarebbe entrato in Italia in macchina assieme ad altre persone, delle quali al momento non si conoscerebbe l'identità, partendo dalla Turchia, attraversando la Serbia e passando dal confine con l'Austria
Come un immigrato irregolare qualsiasi. Alì Agca è stato trasferito al Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Ponte Galeria, a Roma, in attesa dell'allontanamento dall'Italia. Sarà messo su un volo per Istanbul, forse nel pomeriggio non prima di assistere all'udienza di convalida del decreto di espulsione davanti al Giudice di pace. L'ex terrorista turco due giorni era stato intercettato a Piazza San Pietro e filmato mentre portava fiori sulla tomba di Karol Wojtyla, il Papa a cui sparò nel maggio del 1981: era infatti entrato nel Paese senza regolare visto.
Dopo essere stato fermato l'attentatore del Papa aveva detto di voler andare appena possibile a Fatima, in Portogallo, sul luogo dove venne rivelato il terzo segreto della Madonna, del quale si sente lo strumento con il fallito attentato. "Continuerò nel mio progetto", assiura Agca che promette ancora una volta di svelare i presunti misteri dietro gli spari di 33 anni fa, "della Casa Bianca, della Cia, del Vaticano e del Cremlino", ma non rivela chi l'abbia aiutato ad arrivare a Roma. "Degli amici turchi e stranieri", dice, "ma non italiani" svelando solo di essere entrato in auto dall'Austria. Assicura di essere stato trattato bene dalla polizia: "Ho mangiato e dormito". E vorrebbe rimanere delle settimane, "se il Vaticano mi aiutasse".
A quanto ricostruito finora dalle forze dell'ordine, Agca sarebbe entrato in Italia in macchina assieme ad altre persone, delle quali al momento non si conoscerebbe l'identità, partendo dalla Turchia, attraversando la Serbia e passando dal confine con l'Austria. Verranno effettuati altri accertamenti per stabilire come sia riuscito ad aggirare i controlli. L'ex terrorista, 56 anni, ha passato quasi 20 anni in carcere in Italia fino alla grazia nel 2000 concessa dall'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Tornato in Turchia ha scontato altri 10 anni per l'omicidio di un giornalista turco nel 1979.
Alcuni giorni fa aveva anticipato l'intenzione di portare dei fiori sul sepolcro di Giovanni Paolo II. Poi si è presentato a San Pietro, dopo aver contattato alcuni giornalisti, e ha lasciato due mazzi di rose bianche sulla tomba del santo Wojtyla. Ha anche chiesto invano di incontrare papa Francesco. "Sentivo la necessità di questo gesto", ha detto.