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Coronavirus

Operazione della Guardia di Finanza

Ancona, riciclaggio per 130 milioni di euro: pronti ad accedere ad aiuti Covid

12 le persone arrestate, 132 gli indagati. L’organizzazione agiva attraverso 90 società in 9 regioni

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Dodici persone sono state arrestate ad Ancona: 9 sono in carcere e tre ai domiciliari. Si tratta del risultato di una vasta operazione delle Fiamme Gialle e Scico a seguito di in un'indagine per associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, reati fiscali, riciclaggio e auto-riciclaggio che coinvolge 132 indagati. L'obiettivo sarebbe stato di utilizzare società per avanzare richieste di agevolazioni e misure a sostegno dell'economia stanziate a seguito dell'emergenza Covid-19.

 Operazione 'Background'
Le indagini partono nel  2017,  con il coordinamento  della Dda di Ancona e sviluppata dalle Fiamme Gialle. I finanzieri sono riusciti a ricondurre a  un vero e proprio sistema, dopo la segnalazione della Direzione Nazionale  Antimafia assieme a preziosi elementi acquisiti nel corso di verifiche e controlli fiscali. Un ingente flusso di denaro veniva travasato da conti correnti bancari o postali riconducibili a società di capitali su rapporti finanziari di persone fisiche, titolari di ditte individuali, che  provvedevano, contestualmente e per importi pari a quelli  accreditati, al prelievo di contanti.
 
90 imprese in 9 regioni
L’organizzazione criminale era radicata almeno dal 2014 in tutta la Regione Marche. Un’organizzazione che ha di fatto gestito, 90 aziende, tra società di capitali e imprese individuali, attraverso le quali sarebbero state emesse fatture per operazioni inesistenti, per un ammontare complessivo di circa 130 milioni di euro a favore di clienti non solo nelle Marche ma anche nel Lazio, Veneto,  Campania, Lombardia, Toscana, Valle d'Aosta, Emilia Romagna, Abruzzo.
 
Il dominus e le intercettazioni
Mente dell’organizzazione un 46enne di  Montegranaro, vicino a Fermo, che, intercettato, diceva. "No ma tanto la finanza su quella mia..cioè con me non ce la fa perché ho 50 aziende...tutte collegate..tutto un miscuglio che sembra..che per trovare una  fessura ci vogliono 20 anni…ci vogliono 20 anni alla finanza per  trovare una fessura,capito''.
 
I legami con la malavita
Tra le persone coinvolte, tra  promotori, organizzatori ed esecutori, alcune erano già note alle forze dell’ordine. Tra loro anche un più volte  'indiziato' di  appartenere ad ambienti della malavita organizzata siciliana e  campana.
 
Gli affari con l’estero
Gli affari non giravano solo in Italia. I finanzieri hanno scoperto che l'organizzazione poteva contare su una  consolidata base operativa anche all'estero dove venivano fatti confluire i profitti. Tra i Paesi individuati, quasi tutti dell'Europa dell'Est ad eccezione del Delaware (Usa), l'Ungheria, la  Repubblica Ceca, la Romania, la Slovacchia, la Bulgaria, la Lituania e la Moldavia. In alcune intercettazioni sempre il dominus si vantava di utilizzare le sue  numerose società di comodo per fare richiesta di agevolazioni e di misure a sostegno dell'economia stanziate per il Covid-19 per centinaia di migliaia di euro, sfruttando i falsi volumi d'affari.
 
Indagato anche un finanziere
Tra le persone indagate c’è anche un finanziere, finito agli arresti domiciliari su disposizione del gip di Ascoli Piceno. Secondo inquirenti, il militare, che all'epoca dei fatti era in servizio a Fermo, avrebbe rivelato a un indagato notizie sull'esistenza del procedimento penale in corso. L'organizzazione, inoltre, si sarebbe avvalsa anche della consulenza di un commercialista radiato dall'ordine.
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