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ITALIA

Dopo la riunione a Palazzo Chigi

ArcelorMittal: "L'incontro con il premier Conte è stato costruttivo"

Il premier ha annunciato che si sta lavorando a un nuovo piano industriale per lo stabilimento dell'ex ilva di Taranto

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L'incontro di ieri con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e altri membri del governo "per discutere possibili soluzioni per gli impianti ex Ilva è stato costruttivo", sottolinea AmInvestco in una nota all'indomani della riunione a palazzo Chigi. "Le discussioni - aggiunge l'azienda - continueranno con l'obiettivo di raggiungere al più presto un accordo per una produzione sostenibile di acciaio a Taranto". 

Ieri il premier ha incontrato i vertici di ArcelorMittal e ha annunciato che si metterà in breve pausa la battaglia legale se nel frattempo non si fermerà l'acciaieria e non si spegneranno gli altiforni. Intanto si aprirà un confronto per arrivare a un nuovo piano industriale. 

Il governo è pronto ad adoperarsi per rinviare il processo ad ArcelorMittal a condizione però che l'azienda garantisca la produzione e il normale funzionamento degli impianti a Taranto. Dopo un incontro durato oltre quattro ore a Palazzo Chigi, il premier Giuseppe Conte tira le somme di un confronto per niente scontato e tutt'altro che chiuso con Lakshimi Mittal e il figlio Aditya, i proprietari del colosso siderurgico. "Per consentire che questo processo possa partorire un piano ecologico - dice Conte - dobbiamo assicurare un rinvio dell'udienza e chiederemo ai commissari una breve dilazione dei termini processuali, per un rilancio dell'udienza lasciando in pregiudicato qualsiasi diritto di difesa. Siamo disponibili a concedere questo differimento solo a condizione che ArcelorMittal garantisca la continuità produttiva anche durante la fase negoziale", ha aggiunto, specificando che l'obiettivo è la "massima occupazione" e che la negoziazione "sarà faticosa e complicata".

Dal canto suo il segretario generale CGIL Maurizio Landini attende la convocazione dell'esecutivo per conoscerne i dettagli. "Lo scudo penale, chiamato cosi' in modo improprio, che era in piedi dal 2015 va ripristinato. E' stato un errore del Parlamento. Le forze che l'anno votato hanno fatto un errore". Così Maurizio Landini.  della Cgil, intervenendo alla festa Fogliante in corso a Firenze. "Se fosse che si determinano le condizioni di un ingresso del pubblico - ha proseguito Landini - e il governo ripristinasse lo scudo, allora non può essere che qualcuno di ArcelorMittal chieda di modificare il piano industriale, perché così non funziona".   

Per l'ex Ilva "servono soluzioni industriali eco-sostenibili. Cose da far subito: riprendere progetto Meros deliberato a giugno e avviare subito rifacimento con nuove tecnologie di Afo5", scrive su Twitter il segretario generale della Fim Cisl; Marco Bentivogli. 

"Sull'ex Ilva bisogna ritrovare la strada della responsabilità. L'azienda deve tornare sui suoi passi ritirando la procedura di recesso del ramo d'azienda e confermando gli impegni sul piano industriale, ambientale, occupazionale contenuti nell'Accordo di un anno fa. Il Governo al tempo stesso assicuri subito il ripristino delle condizioni giuridico legali per mandare avanti gli interventi di ambientalizzazione e bonifica del sito",  dichiara il Segretario Generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, convinto che non vi siano positive alternative a questa strada.

"È stato solo aperto un percorso di trattativa, che però va riempito di contenuti e di concretezza, e noi dobbiamo prima vedere quali sono questi contenuti per poter valutare e giudicare", dice ad AGI il segretario Uilm Taranto, Antonio Talo'. "Noi, come sindacati, potremmo anche essere disponibili a discutere di eventuali esuberi a fronte di un nuovo piano industriale più spinto, più competitivo, più innovativo soprattutto sul versante delle innovazioni tecnologiche e ambientali - prosegue Talo' - ma solo e soltanto ad una condizione: che si indichino chiaramente, dal punto di vista normativo e finanziario, tutti gli strumenti che devono accompagnare la gestione degli eventuali esuberi. Nessuno deve rimanere a terra, nessuno deve restare privo di reddito". 

"Qui la situazione si mette male, qui le imprese dell'indotto-appalto siderurgico di ArcelorMittal a Taranto sono esasperate e alle corde perché non vedono ancora i pagamenti sulle fatture scadute", dice ad AGI Antonio Marinaro, presidente Confindustria Taranto. "Io, anche stamattina, sabato, sono qui, sul piazzale della portineria C della fabbrica, sto parlando con i titolari delle aziende che sono anche loro qui,  sottraendo tempo ai loro impegni e alle loro famiglie, ma la mia mediazione è difficile, davvero difficile - prosegue Marinaro -. Io ho francamente difficoltà perché non ho avuto sinora margini, un punto su cui mediare, parte, poco, pochissimo, ma almeno un punto fermo. E invece nulla. Io non so cosa potrà capitare nelle prossime ore - prosegue Marinaro -. Io non escludo che il siderurgico si possa davvero bloccare perché non si fanno più i lavori essenziali da parte dell'indotto-appalto. Attenzione però e lo ribadisco: Confindustria Taranto si batte per le imprese, è solidarmente vicina a loro, ma non può mai condividere e sostenere, né tantomeno organizzare, proteste dure, estreme" afferma Marinaro.

Commentando poi le dichiarazioni rese dal premier Conte ieri sera a Palazzo Chigi dopo il confronto con i Mittal, il presidente di Confindustria Taranto osserva: "Ho ascoltato cose positive, ma ho riscontrato anche una grande assenza: l'indotto-appalto. Conte non l'ha citato - osserva Marinaro -. Il premier ha parlato di città, di cittadini, e le imprese? Non fanno parte della citta'? Che qui mancano all'appello 60 milioni di fatture e questi soldi vanno nell'economia della citta', vanno come stipendi ai nostri lavoratori, nessuno lo sottovaluti o lo dimentichi
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