ITALIA
Immigrazione
Migranti.Arrestati sei scafisti a Palermo: donne e bambini chiusi nelle stive,soldi per farli uscire
Su una carretta del mare che avrebbe potuto portare una trentina di persona sono stati fatti salire in più di 400. Alcuni extracomunitari sono stati picchiati durante il viaggio e molte donne e bambini sono stati costretti sotto coperta con il portellone chiuso
Secondo le testimonianze, durante la navigazione, decine di donne e bambini, terrorizzati, sarebbero stati chiusi a chiave sotto coperta e fatti uscire all'aria aperta soltanto dopo il pagamento di un ulteriore riscatto da parte dei familiari maschi con cui si erano messi in viaggio. Sulla "carretta del mare", che avrebbe potuto trasportare circa 30 persone, viaggiavano 432 migranti, tra siriani, egiziani, palestinesi, iracheni, etiopi, eritrei, somali e sudanesi, intercettati a 160 miglia da Capo Passero, quando il peschereccio a bordo del quale erano stipati stava imbarcando acqua.
Dai racconti dei migranti è emerso che l'imbarcazione era partita dall'Egitto. Ciascun passeggero era stato costretto a pagare 2000 euro. Alcuni extracomunitari sono stati picchiati durante il viaggio e molti dei 432, donne e bambini compresi, sono stati costretti sotto coperta con il portellone chiuso. Gli adulti, parenti delle donne e dei bambini rinchiusi, pur di consentire ai familiari di uscire dalla "pancia" dell'imbarcazione, in corso di traversata, avrebbero pagato un ulteriore obolo ai "padroni" della nave.
Alcuni passeggeri, capendo il pericolo di viaggiare in quelle condizioni, avrebbero protestato e si sarebbero ribellati: solo in questo modo sarebbe stato impedito agli scafisti egiziani di far salire a bordo un altro centinaio di persone.
I fermati sono: Mustopha Taysir, 38 anni; Solah Ahmed, 29 anni; Mohammud Alli, 22 anni; Mohammed Abdella, 24 anni; Mohammed Taysir, 32 anni e Ala Mohamed Shafi, 28 anni. I migranti che a bordo della nave partita dall'Egitto sono stati fatti sbarcare a Palermo dalla nave della Capitaneria di Porto "Ubaldo Diciotti". Altri sono stati portati a Taranto.