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POLITICA

L'editoriale sul giornale dei vescovi

Berlusconi, Avvenire: "L'assoluzione non si traduce in approvazione morale"

Interviene anche la Cei: "La legge arriva fino a un certo punto, ma il discorso morale è un altro", afferma Galantino. Oggi l'ex premier incontra il presidente del Ppe, Joseph Daul

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Roma A due giorni dalla sentenza della Corte di Cassazione sul caso Ruby che ha assolto Silvio Berlusconi dalle accuse di concussione e prostituzione minorile dando nuovo slancio politico al leader di Forza Italia, arriva il giudizio del giornale dei vescovi. In un editoriale il direttore Marco Tarquinio sottolinea, con toni pacati ma amari, che un'assoluzione non si traduce in approvazione morale. Interviene anche la Cei, "La legge arriva fino a un certo punto, ma il discorso morale è un altro" afferma il segretario generale Nunzio Galantino.

"C'è molto da riflettere su come è stato imbastito il processo e sulle sue conseguenze, ma l'esito penale favorevole a Berlusconi non cancella il rilievo istituzionale e morale del caso" si legge su Avvenire. Tarquinio richiama anche il "dovere sancito dall'articolo 54 della Costituzione repubblicana di 'adempiere con disciplina e onore' a ogni pubblico ufficio e tanto più al massimo ruolo di governo".

Tarquinio: "Un'assoluzione non coincide con un diploma di benemerenza"
"Quest'assoluzione dell'ex-Cavaliere fa riflettere sulle modalità con cui è stato imbastito un processo accompagnato da grandi clamori (anche internazionali) e che ha avuto conseguenze serissime. Ma anche solo per il fatto che un simile processo sia stato possibile, è evidente che un'assoluzione con le motivazioni sinora conosciute non coincide con un diploma di benemerenza politica e di approvazione morale".

Galantino: "Assoluzione Cav? Dato morale è altro"
 "Avvenire ha preso una posizione coraggiosa che va sostenuta e confermata", così il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, sul commento del giornale dei vescovi sull'assoluzione di Berlusconi. "La legge arriva fino a un certo punto ma il discorso morale è un altro".
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