ITALIA
Si lavora per ripulire l'alveo
Bomba d'acqua nel Trevigiano, si indaga sulle cause del disastro. Due feriti ancora in ospedale
La Procura di Treviso ha aperto un'inchiesta sulla tracimazione del torrente Lierza, che ha investito una festa di paese a Refrontolo facendo quattro morti. Per il momento sembra prevalere la tesi della pura fatalità
Refrontolo (Treviso)
Con il passare delle ore e il quadro del disastro sempre più definito, la gestione dell’emergenza passa gradualmente in secondo piano e ci si interroga sempre più sulle cause di quanto è accaduto sabato sera a Refrontolo, in provincia di Treviso. Di certo le piogge violentissime e improvvise hanno fatto gonfiare in modo abnorme il torrente Lierza, ma sarà un’inchiesta della Procura della Repubblica trevigiana a chiarire la dinamica dei fatti e se ci siano responsabilità nella morte di quattro persone in una festa della Pro loco. A prevalere sembra comunque la tesi della pura fatalità.
Due feriti in prognosi riservata
L’enorme massa d’acqua che si è riversata sul tendone nel quale era in corso la “Festa degli Omini”, oltre a quattro morti ha causato anche il ferimento di otto persone. Due di loro restano ricoverate in ospedale a Treviso. Si trovano nel reparto di terapia intensiva con lesioni ortopediche: la prognosi rimane per entrambi riservata ma, per almeno uno di loro, è escluso il pericolo di vita.
Si lavora per ripulire l'alveo
Nel luogo del disastro i Vigili del fuoco hanno mantenuto nella notte un presidio precauzionale, rimasto inattivo, e nella giornata proseguiranno la loro opera sostanzialmente con la ripulitura dell'alveo del Lierza dal materiale ingombrante trascinato dalla piena, in larga misura consistente in piante sradicate e rami. Le condizioni meteo stabili dovrebbero agevolare le operazioni.
Aperta un'inchiesta. Il sindaco: evento imprevedibile
L’inchiesta aperta dalla Procura è un atto dovuto e per il momento non ci sono indagati né sono state formulate specifiche ipotesi di reato. Le autorità locali e i soccorritori sono stati concordi nel parlare di un evento eccezionale, una “bomba d’acqua” che ha scaricato una grande quantità di pioggia sui monti che sovrastano il Molinetto della Croda, meta turistica tra le più suggestive della Marca Trevigiana per il famoso e antico mulino ad acqua. Un evento “imprevedibile”, secondo il sindaco di Refrontolo Loredana Collodel, avvenuto in un torrente che “non aveva mai dato alcun problema”.
L'ipotesi della pura fatalità
Dopo le diverse considerazioni tecniche sulle possibili cause dell'evento, quella nettamente prevalente sembra convergere sulla pura fatalità. Si sarebbe, cioè, verificata una coincidenza di intense precipitazioni molto localizzate nelle aree di alimentazione dei vari piccoli affluenti del torrente esondato, e questo senza che una sola goccia di pioggia, al contrario, sia caduta nel centro del capoluogo.
Territorio a rischio frane
Il territorio della zona appare comunque fragile. In giornata la Protezione civile affronterà una mappatura sistematica dei territori di Refrontolo ed altri tre Comuni contigui - Cison di Valmarino, Tarzo e Follina - nei quali, complessivamente, sono state contate oltre 50 frane di modesta dimensione, molte delle quali cadute sulla viabilità ordinaria ormai già ripristinata all'80%. A destare qualche preoccupazione sono anche alcuni piccoli ponti sulla viabilità comunale minore.
Due feriti in prognosi riservata
L’enorme massa d’acqua che si è riversata sul tendone nel quale era in corso la “Festa degli Omini”, oltre a quattro morti ha causato anche il ferimento di otto persone. Due di loro restano ricoverate in ospedale a Treviso. Si trovano nel reparto di terapia intensiva con lesioni ortopediche: la prognosi rimane per entrambi riservata ma, per almeno uno di loro, è escluso il pericolo di vita.
Si lavora per ripulire l'alveo
Nel luogo del disastro i Vigili del fuoco hanno mantenuto nella notte un presidio precauzionale, rimasto inattivo, e nella giornata proseguiranno la loro opera sostanzialmente con la ripulitura dell'alveo del Lierza dal materiale ingombrante trascinato dalla piena, in larga misura consistente in piante sradicate e rami. Le condizioni meteo stabili dovrebbero agevolare le operazioni.
Aperta un'inchiesta. Il sindaco: evento imprevedibile
L’inchiesta aperta dalla Procura è un atto dovuto e per il momento non ci sono indagati né sono state formulate specifiche ipotesi di reato. Le autorità locali e i soccorritori sono stati concordi nel parlare di un evento eccezionale, una “bomba d’acqua” che ha scaricato una grande quantità di pioggia sui monti che sovrastano il Molinetto della Croda, meta turistica tra le più suggestive della Marca Trevigiana per il famoso e antico mulino ad acqua. Un evento “imprevedibile”, secondo il sindaco di Refrontolo Loredana Collodel, avvenuto in un torrente che “non aveva mai dato alcun problema”.
L'ipotesi della pura fatalità
Dopo le diverse considerazioni tecniche sulle possibili cause dell'evento, quella nettamente prevalente sembra convergere sulla pura fatalità. Si sarebbe, cioè, verificata una coincidenza di intense precipitazioni molto localizzate nelle aree di alimentazione dei vari piccoli affluenti del torrente esondato, e questo senza che una sola goccia di pioggia, al contrario, sia caduta nel centro del capoluogo.
Territorio a rischio frane
Il territorio della zona appare comunque fragile. In giornata la Protezione civile affronterà una mappatura sistematica dei territori di Refrontolo ed altri tre Comuni contigui - Cison di Valmarino, Tarzo e Follina - nei quali, complessivamente, sono state contate oltre 50 frane di modesta dimensione, molte delle quali cadute sulla viabilità ordinaria ormai già ripristinata all'80%. A destare qualche preoccupazione sono anche alcuni piccoli ponti sulla viabilità comunale minore.