Original qstring:  | /dl/rainews/articoli/Bondi-Forza-Italia-addio-e-passa-al-gruppo-misto-Anche-Repetti-lascia-Berlusconi-ffa5e98a-55a4-46ee-8eac-db99381b902f.html | rainews/live/ | true
POLITICA

Nell'aprile del 2014 l'ex ministro annunciò il suo 'strappo'

Bondi, Forza Italia addio: e passa al gruppo misto. Anche Repetti lascia Berlusconi

L'ex ministro e la sua compagna, entrambi senatori, hanno detto ufficialmente addio al partito, aderendo al gruppo misto di palazzo Madama

Condividi
Roma Scoppia il caso Bondi-Repetti dentro Forza Italia. Silvio Berlusconi perde un pezzo di storia del suo partito. L'ex ministro e la sua compagna, entrambi senatori, hanno detto oggi ufficialmente addio al partito, aderendo al gruppo misto di palazzo Madama. Le loro dimissioni erano state annunciate anche ai primi di marzo, ma solo l'intervento del Cav con un incontro chiarificatore ad Arcore aveva scongiurato lo strappo.      

L'annuncio delle dimissioni, poi congelate
Il 3 marzo scorso Repetti, infatti, con una lettera al 'Corsera' aveva annunciato di voler lasciare il movimento azzurro, ''esaurita dalla vera e propria guerra interna per la successione politica a Berlusconi''. Poi, dopo il colloquio a Villa San Martino, le dimissioni erano state congelate. Ma da allora, evidentemente, nulla è cambiato. E oggi è arrivata la rottura definitiva. Da tempo Repetti e Bondi manifestavano insofferenza verso la linea di Fi, dettata non più, secondo la coppia, dal leader Berlusconi, ma ''da chi lo circonda'', ovvero il cosidetto cerchio magico. La goccia che aveva fatto traboccare il vaso e spinto Repetti all'addio, raccontano, era stata la rimozione dei coordinatori 'fittiani' di Verbania e Torino decisa da Roma, a pochi giorni dal commissariamento in Puglia.      

Il distacco da Fi
Piemontese è la Repetti, e Bondi qualche giorno prima aveva voluto stigmatizzare il ''metodo adottato dal partito'' sotto la Mole, che aveva fatto gridare all'epurazione. ''Abitando in Piemonte - aveva sottolineato l'ex ministro rompendo un lunghissimo silenzio - faccio solo una considerazione: non faccio parte di nessuna corrente, ma constato da tempo che c'è una volontà di emarginare tutti coloro che, per diversi motivi, non si adeguano a cose e metodi inaccettabili''. "Ormai sono fuori dalla politica, ma resto allibito da certi comportamenti'' aveva detto l'ormai ex esponente azzurro, che nell'aprile 2014 con una lettera alla 'Stampa' ufficializzò il suo personale 'distacco' da Forza Italia, dichiarandone il fallimento.

Il crollo di Pompei e le dimissioni da minsitro
L'insofferenza di Bondi parte da lontano. Da quando lasciò tra le polemiche l'incarico di ministro dei Beni culturali nel marzo 2011 dopo aver approvato il Fus per l'anno in corso e la tax credit, ultimo atto della sua esperienza governativa. Allora l'ex coordinatore nazionale di Fi spiegò di essersi sentito abbandonato nel momento del bisogno, soprattutto in occasione del crollo di un muro negli scavi di Pompei.

''Purtroppo - denunciò in una lettera - non sono stato sostenuto con la necessaria consapevolezza dalla stessa maggioranza di governo e da quei colleghi che avrebíbero potuto imprimere insieme a me una svolta nel modo di concepire il rapporto fra stato e cultura in Italia''. ''E questo mancato sostegno è avvenuto oltretutto nel momento in cui mi sono trovato più in difficoltà, a seguito del crollo di un muro in cemento a Pompei e più colpito dalle iniziative della sinistra, fino alla presentazione di una mozione di sfiducia individuale nei miei confronti''.
Condividi