Comitato direttivo
Bufera Procure: Grasso lascia, Luca Poniz nuovo presidente dell'Associazione nazionale magistrati
Il pm di Milano, esponente di Area, era già vicepresidente del sindacato delle toghe. La sua nomina segue le dimissioni di Pasquale Grasso rassegnate questa mattina, rivendicando la correttezza del proprio operato. Grasso si era già dimesso da Magistratura indipendente, la corrente finita nell'occhio del ciclone
E' il pm di Milano Luca Poniz, esponente di Area, il gruppo delle toghe progressiste, il nuovo presidente dell'Anm. Fino a oggi Poniz è stato vicepresidente del sindacato delle toghe. Giuliano Caputo di Unicost è stato, invece, confermato segretario. Torna a far parte della Giunta dell'Anm il gruppo di Autonomia&Indipendenza, che vede tra i suoi leader il togato del Csm, Piercamillo Davigo. L'incarico di vicesegretario va infatti all'esponente di A&I, Cesare Bonamartini, giudice a Brescia, mentre Alessandra Salvadori (Unicost) sarà vicepresidente.
Poniz: "Priorità recuperare la fiducia dei cittadini"
"Un pensiero di gratitudine ai colleghi di Perugia e a quelli di Roma, a tutti i magistrati che ogni giorno fanno il loro lavoro. È un mestiere di servizio, non di potere" ha detto Poniz, appena eletto presidente Anm. "I magistrati sono gli unici a non avere datori di lavoro e non avere padroni. Spero possa continuare a essere così". Eletto perché rappresentante di Area, la corrente più critica? "Non è questo il significato della mia elezione. Non ho nessuna intenzione di entrare nei meccanismi correntizi di questa vicenda- ha affermato il neopresidente-. Le responsabilità saranno accertate. Io non sono stato eletto per questo. I colleghi si sono visti travolti da un'ondata immeritata. Dobbiamo innanzitutto recuperare la fiducia dei colleghi e quella dei cittadini. La nostra preoccupazione è che i cittadini continuino a credere nella magistratura, che non è quella finita sui giornali".
"Gigantesca questione morale, correnti degenerate in carrierismo"
"C'è una gigantesca questione morale all'interno della magistratura. Il fango non interessa tutti noi, io mi sento estraneo come molti di noi, ma c'è stata una degenerazione delle correnti in carrierismo. Il magistrato deve tornare a fare il suo mestiere" ha concluso Poniz.
Della nuova giunta dell'Anm, che sarà guidata da Poniz per meno di un anno, fino al rinnovo del parlamentino, non fa parte Magistratura Indipendente, che esprimeva il presidente dimissionario Pasquale Grasso. "Mi sono dispiaciuto perché abbiamo coltivato a lungo l'idea di una giunta unitaria, che non rimuoveva ovviamente le diversità", ha detto Poniz parlando con i giornalisti. "Quello che emerge da questa vicenda è un percorso lungo e doloroso. Non è un regolamento di conti ma una riflessione politica e credo ci vogliano i tempi perché questa maturi, se e quando maturerà tutta la giunta sarà felice di ridisegnarsi. Quella parte ha diritto di avere voce in questa associazione che è la casa di tutti i magistrati, associati alle correnti oppure no".
Lo stop alle 'porte girevoli' tra politica e magistratura è una delle proposte, avanzata da tempo dall'Anm, che il nuovo presidente ha voluto indicare tra quelle che saranno centrali nel programma di lavoro della nuova Giunta.
Grasso: nuova giunta eletta con manuale Cencelli
"Il mio richiamo al cambio di passo è stato assolutamente inascoltato e come temevo purtroppo" non si "coglierà l'occasione per un cambiamento perché il dire di allontanarsi dalle correnti come gruppi di potere e solo centri di elaborazione culturale è un qualcosa che viene declamato ma assolutamente non praticato in questi attimi" in cui "con una sorta di manuale Cencelli si stanno decidendo, immagino, i nomi e le appartenenze dei singoli che parteciperanno alla nuova giunta" ha dichiarato l'ex presidente Anm.
Le dimissioni di Grasso
Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Pasquale Grasso, ha annunciato le proprie dimissioni dalla guida del sindacato delle toghe, in seguito alla bufera sollevata dall'inchiesta sulle nomine nelle Procure. Dopo aver ascoltato gli interventi dei rappresentanti dei gruppi all'interno all'Anm nel Comitato direttivo centrale, Grasso ha rassegnato le proprie dimissioni come aveva anticipato in apertura nel caso avesse avuto sentore di una richiesta in tal senso.
"Vi ho ascoltato tutti. Vi comprendo e vi rispetto. Vi rispetto e vi ringrazio. Vi rispetto molto più di quanto abbiate dimostrato di rispettare me", ha detto Grasso annunciando le sue dimissioni. "Potrei osservare che le vostre considerazioni hanno deliberatamente trascurato la prospettiva cronologica degli avvenimenti. Potrei dolermi di convenienti fraintendimenti della mia condotta", ha aggiunto, ma "vi ho ascoltato e compreso. Ovviamente rassegno le mie dimissioni. Lo faccio serenamente, dicendo no a me stesso. Nel ricordo di un grande intellettuale del passato, che ricordava che i moralisti dicono no agli altri, l'uomo morale dice no a se stesso".
Le posizioni emerse dai vari gruppi hanno preso le distanze dal presidente, il cui comportamento è stato ritenuto troppo timido e non abbastanza netto, e da Magistratura indipendente, che Grasso ha lasciato nei giorni scorsi dopo che l'assemblea della corrente aveva chiesto ai togati del Csm autosospesi, ora dimissionari tranne uno, di tornare a svolgere la propria attività mentre l'Anm ne chiedeva con forza le dimissioni.
Il presidente si era rimesso alla volontà dell'esecutivo
Grasso si era rimesso al "parlamentino" dell'Anm. In apertura del Comitato direttivo centrale, convocato a seguito della bufera sulle nomine in magistratura, ha esordito dicendo che "se riterrete sarò ancor qui per riaffermare quella linea politica e per testimoniare l'unità della associazione", al contrario "mi farò da parte" di fronte alla "percezione della semplice richiesta di dimissioni che provenisse da una parte apprezzabile dei presenti, senza volontà di imporre un voto che sarebbe comunque divisivo".
La difesa del proprio operato
''Ripeto quel che ho detto: a fronte dell'accaduto l'Anm deve urlare un fermo no - aveva ammonito Grasso - . Noi difendiamo il Consiglio Superiore della Magistratura. Noi difendiamo i magistrati. Che non sono certo le persone che emergono dalle intercettazioni che feriscono il nostro onore giorno dopo giorno. Ho l'orgoglio di aver tenuto una linea precisa e senza tentennamenti. E rimanendo un magistrato, invitando tutti a non trasformarci in una bestia cieca in cerca di violenza purificatrice e autoassolutoria. Invitando tutti ad agire e reagire insieme''.
Gli interventi al Comitato direttivo
Dagli interventi dei rappresentanti dei vari gruppi è però emersa una linea contrastante con quella di Grasso e oppositiva rispetto a Magistratura Indipendente. Il rappresentante di Unicost Angelo Renna ha parlato di una "Caporetto", mentre Giovanni Tedesco (Area), ha ricordato la condotta di MI che aveva sollecitato il rientro al Csm dei togati autosospesi (oggi in gran parte dimissionari): "Saremo pronti a riaccogliervi - ha detto Tedesco rivolgendosi ai rappresentanti di MI - in una Giunta unitaria quando sarete veramente cambiati".
Per quanto riguarda Autonomia&Indipendenza, il gruppo di Davigo, a parlare è stato Francesco Valentini: "Questa vicenda è catastrofica, la decisione di Grasso di lasciare MI non è compatibile con la sua permanenza alla presidenza dell'Anm", ha affermato. Grasso, infatti, era stato nominato presidente del sindacato delle toghe nello scorso aprile in base al criterio di rotazione per cui tale ruolo spettava quest'anno a Magistratura Indipendente, il gruppo da cui lo stesso Grasso si è dimesso nei giorni scorsi, in contrasto con la linea riguardante i togati del Csm i cui nomi compaiono nelle carte dell'inchiesta di Perugia.
Da parte di Magistratura Indipendente, con l'intervento di Stefano Buccini, è venuto invece un "richiamo all'unita'" dell'Anm, data la "comune valutazione di assoluta gravità delle condotte contestate disciplinarmente" ai togati coinvolti.
Racanelli si dimette da segretario di Magistratura Indipendente
Antonello Racanelli, procuratore aggiunto a Roma, si è dimesso da segretario di Magistratura Indipendente, con un messaggio inviato ai colleghi nelle mailing list. Ricorda che "da tempo avevo manifestato la volontà di lasciare tale incarico (in occasione della scadenza del mandato avvenuta nelle scorse settimane) ed in occasione dell'assemblea generale del 5 giugno avevo già messo a disposizione il mio incarico. Motivazioni e valutazioni saranno esposte nella sede naturale, cioè nell'assemblea generale che si terrà'' nei giorni 5 e 6 luglio. Allo stato, dico solo che non parteciperò al 'Festival della grande ipocrisia' di molti esponenti di rilievo della magistratura associata".
Stasera la nuova giunta
Il sindacato delle toghe, in questa lunga giornata, si accinge ora a nominare, già questa sera, una nuova Giunta. Il dibattito si concentra sul futuro dell'Associazione.