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ITALIA

Per cinque toghe del Csm, compresi autosospesi e dimessi

Bufera procure, Bonafede attiva azione disciplinare per consiglieri Csm

Il Guardasigilli, condividendo a pieno il provvedimento del procuratore generale della corte di Cassazione, ha avanzato ulteriori contestazioni. Lotti: "Contro di me montagna di fango". Forza Italia: chiederemo udienza al Capo dello Stato, sciolga Csm

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Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha firmato la richiesta di procedura disciplinare nei confronti dei consiglieri del Csm già autosospesi Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli e Antonio Lepre, oltre che nei confronti di Luigi Spina e Gianluigi Morlini, che si erano dimessi da consiglieri. Il Guardasigilli, condividendo a pieno il provvedimento del procuratore generale della corte di Cassazione, ha avanzato ulteriori contestazioni. 

Il consigliere autosospeso Antonio Lepre si è poi dimesso dal Csm. È il terzo togato a lasciare dalle prime notizie dell'inchiesta di Perugia a carico dell'ex presidente dell'Anm Luca Palamara. "Consapevole della forte tensione istituzionale venutasi a creare in questi giorni tengo innanzitutto a ribadire con forza che ogni circostanza a me attribuita è frutto di fatti assolutamente occasionali, non programmati, ancorché inopportuni", scrive Antonio Lepre, nella lettera di dimissioni inviata al vicepresidente David Ermini.

Il Pg della Cassazione, Riccardo Fuzio, ieri aveva promosso l'azione disciplinare nei confronti dei quattro consiglieri togati del Csm, che si sono autosospesi per la vicenda degli incontri con l'ex presidente dell'Anm Luca Palamara e i deputati del Pd Cosimo Ferri e Luca Lotti sulla nomina del nuovo procuratore di Roma. 

Pg Fuzio: contro Creazzo ideata strategia
Una "strategia di danneggiamento" del procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, candidato, con Marcello Viola e Franco Lo Voi, a succedere a Giuseppe Pignatone alla guida della procura di Roma. È quella che è stata prefigurata nella riunione notturna del 9 maggio scorso a cui i togati del Csm autosospesi Antonio Lepre, Corrado Cartoni e Paolo Criscuoli e i dimissionari Gianluigi Morlini e Luigi Spina presero parte con i deputati Pd Luca Lotti e Cosimo Ferri e il pm di Roma Luca Palamara (indagato a Perugia per corruzione).

È quanto emerge dall'atto con cui il pg di Cassazione Riccardo Fuzio ha comunicato l'avvio dell'azione disciplinare per i cinque consiglieri di Palazzo dei Marescialli. In questa riunione, si legge nel documento, "erano state delineate e affrontate, anche al fine di una loro enfatizzazione, vicende che concernerebbero il dottor Creazzo, ipoteticamente ostative alla designazione": un "comportamento gravemente scorretto", ha osservato il pg, "nei confronti non soltanto dei soggetti istituzionali deputati" alle nomine dei dirigenti degli uffici giudiziari, ma anche "dei magistrati legittimamente ad esse aspiranti".

Per il pg di Cassazione, poi, non ci sono dubbi: quell'incontro del 9 maggio con i due deputati è stato "perfettamente programmato" per "tutti, indistintamente, i soggetti chiamati a parteciparvi": non è stata, dunque, "una riunione né casuale e neppure estemporanea, con riferimento sia all'oggetto della discussione sia ai soggetti chiamati a intervenire". "Ciascuno dei partecipi - si legge nell'atto di incolpazione - conosceva perfettamente e preventivamente di cosa si sarebbe discusso e chi sarebbe intervenuto".

Lotti: "Contro di me montagna di fango"
"Trovo squallido che mi si accosti, anche lontanamente, ad attività di dossieraggio. Gli esposti che riguardano Pignatone e Ielo a Roma e Creazzo e Turco a Firenze sono firmati da magistrati che non conosco e che non ho mai incontrato". Lo scrive in un posto su facebook l'esponente del Pd, Luca Lotti.

"In questi giorni ho dovuto sopportare una vera e propria montagna di fango contro di me. Ci sono abituato, un politico deve esserlo per forza. Ma davvero stavolta credo siano stati superati dei livelli minimi di accettabilità", scrive Lotti. "Ogni giorno sono state pubblicate strane e fantasiose letture dei fatti e pezzi di frasi captate durante alcuni incontri. Incontri a fine giornata, non un pericolosi summit in piena notte come qualcuno tenta di raccontare. In queste ore ho letto di tutto: di rapporti tra magistratura e politica, di incontri segreti, di cupole, di verminai. Niente che abbia a che fare con la verità!", aggiunge. "Procederò in tutte le sedi contro chi in queste ore ha scritto il falso su di me e lo farò a testa alta come un cittadino che crede nella giustizia e in chi la amministra", dichiara ancora.

"In questi anni ho incontrato decine di magistrati, per i motivi più svariati: se è reato incontrare un giudice non ho problemi a fare l’elenco di quelli che ho incontrato io, in qualsiasi sede. Mai sono venuto meno ai doveri imposti dalla Costituzione e dalle leggi", scrive il parlamentare Pd.

"In un incontro che si è svolto in un dopo cena ho espresso liberamente le mie opinioni: parole in libertà, non minacce o costrizioni. È stato scritto che lì sarebbero state decise le nomine dei capi
di alcune Procure, scelta che in realtà spetta al Csm: ricordo infatti che queste nomine vengono approvate da un plenum di 26 persone, sono proposte dalla V Commissione e necessitano il concerto del Ministro della Giustizia. Quindi ho commesso reati? Assolutamente no. Ho fatto pressioni o minacce? Assolutamente no. La conferma, peraltro, è arrivata anche ieri dalle parole di Morlini, che ho incontrato una sola volta in tutta la mia vita.", così Luca Lotti.

Le intercettazioni
A complicare però la posizione di Lotti arrivano delle intercettazioni. "Però qualche messaggio gli va dato forte". Così Lotti si riferisce al vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, David Ermini, durante la riunione del 9 maggio scorso alla quale hanno partecipato con lui Cosimo Ferri, Luca   Palamara e i consiglieri del Csm. Le intercettazioni sono contenute nell'atto di incolpazione con cui il procuratore generale della Corte di Cassazione, Riccardo Fuzio, ha avviato l'azione disciplinare a carico dei 5 consiglieri del Csm. Uno di loro, Corrado Cartoni, diceva  a Palamara: "Ho problemi con Ermini, ci ho litigato".

Zingaretti: "Il mio Pd non si ocupa di nomine di magistrati"
Sul caso interviene anche il segretario del Pd, Zingaretti: "Agli esponenti politici del Pd protagonisti di quanto è emerso non viene contestato alcun reato. Per questo, ogni processo sommario celebrato sulla base di spezzoni di intercettazioni va respinto. Ma il Pd non ha mai dato mandato a nessuno di occuparsi degli assetti degli uffici giudiziari. Dal punto di vista dell'opportunità politica il partito che ho in mente non si occupa di nomine di magistrati".

Forza Italia: chiederemo udienza al Capo dello Stato, sciolga Csm
"I gravi elementi che stanno emergendo in ordine al funzionamento e alla formazione del CSM conferiscono un'immagine fortemente negativa ad un organo di rilievo costituzionale dalle funzioni delicatissime". Così una nota del Comitato di presidenza di Forza Italia, riunito oggi a Roma, sotto la presidenza di Silvio Berlusconi. "Questo conferma in modo clamoroso quello che Forza Italia denuncia da anni: la politicizzazione e il correntismo all'interno dell'ordine giudiziario - si legge nella nota - hanno condizionato e condizionano pesantemente l'attività di giurisdizione a tutti i livelli, svilendo il lavoro prezioso che tanti magistrati onesti e corretti svolgono ogni giorno lontano dai riflettori nell'interesse esclusivo della collettività".

Per questo motivo "si impone una riforma profonda dell'ordinamento giudiziario, i cui criteri abbiamo più volte enunciato, per garantire l'imparzialità dei giudici e la parità di condizioni fra accusa e difesa che realizzino finalmente "il giusto processo". "Nelle more, l'attuale Csm - si aggiunge - è gravato da ombre troppo serie per poter svolgere la sua funzione con la necessaria autorevolezza e imparzialità. Ci rivolgiamo dunque al Capo dello Stato, massimo garante delle regole democratiche, con un rispettoso ma accorato appello affinché proceda al più presto allo scioglimento del Csm".

"Nello stesso tempo sosterremo con forza in sede parlamentare la proposta di una Commissione di inchiesta su quanto è accaduto e sta accadendo nel Consiglio Superiore. Chiederemo nei prossimi giorni al Presidente della Repubblica un'udienza per manifestargli, anche proprio nella sua qualità di Presidente del Csm, le nostre preoccupazioni e l'urgenza di un intervento all'altezza della gravità della situazione", conclude la nota. 
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