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Coronavirus

Il calcio e le risposte alla pandemia

Gravina: possibile conclusione della serie A a settembre

Serie A alle prese con date e stipendi, si cerca intesa in attesa di capire se e quando si potrà tornare a giocare. Gravina: stagione da concludere. La speranza della Federcalcio è ancora quella di poter ripartire il 17 maggio

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Da una parte i problemi economici, dall'altra le questioni sportive. Il mondo del calcio italiano prova a reagire al Covid-19 cercando soluzioni possibili. Per questo domani si riuniranno le assemblee delle leghe di Serie A e Serie B, entrambe rigorosamente in videoconferenza vista l'emergenza sanitaria. In attesa di capire se e quando si potrà tornare a giocare, i club si pongono il problema finanziario e cercano di capire come limitare le ingenti perdite finanziarie.

Sul tavolo resta sempre l'idea di un taglio degli stipendi dei giocatori e degli staff tecnici: sarà questo l'argomento principale dell'assemblea della Lega Serie A, che tornerà a riunirsi dopo la riunione di venerdì scorso. Preso atto della distanza con l'Associazione italiana calciatori, disponibile al momento a congelare soltanto i salari del mese di marzo a fronte della richiesta avanzata dai club di sospendere tutti gli stipendi per quattro mesi, i presidenti vogliono trovare una posizione comune per cercare poi di portare avanti contrattazioni specifiche con i propri dipendenti, come già fatto peraltro dalla Juventus.

Dal punto di vista sportivo, intanto, la Federcalcio continua a sperare di poter concludere in campo la stagione, sostenuta anche dalla posizione dell'Uefa, disposta ad arrivare sino a fine estate pur di permettere il completamento dei tornei nazionali e delle competizioni europee. "Stagione da concludere anche andando a slittare nella prossima a settembre-ottobre? E' una modalità per evitare di compromettere non solo la stagione 2019-2020, ma anche la prossima", ha osservato il presidente della Figc Gabriele Gravina alla Domenica Sportiva.

La speranza della Federcalcio è ancora quella di poter ripartire il 17 maggio, ma anche un ritorno in campo a giugno permetterebbe di concludere i campionati ed evitare così "una valanga di ricorsi alla quale saremmo sottoposti da tutti i soggetti che si potrebbero ritenere lesi nei loro diritti e interessi – ha spiegato Gravina - Farebbe correre davvero il rischio di trascorrere un campionato solo nelle aule dei tribunali". Se i tornei non si potessero concludere in campo, infatti, il consiglio federale dovrebbe prendere alcune delicate decisioni, dall'eventuale assegnazione dello scudetto all'indicazione delle squadre per le coppe europee fino alle retrocessioni e alle promozioni, creando inevitabili malumori.
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