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POLITICA

Voto a Montecitorio

Camera dà via libera alla riforma della Pubblica Amministrazione, ora torna al Senato

Il testo passa con 253 sì, 93 no e 5 astenuti. Il provvedimento è arrivato a Montecitorio il 12 maggio scorso, dopo un passaggio in commissione che ha portato diverse modifiche

Marianna Madia (Ansa)
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L'Aula della Camera ha approvato la riforma della Pubblica Amministrazione, che ora torna al Senato. Il testo passa con 253 sì, 93 no e 5 astenuti. Nelle dichiarazioni di voto hanno detto sì alla riforma il Partito Democratico, Area Popolare (Ncd-Udc), Scelta Civica, Per l'Italia - Centro Democratico. Si sono invece detti contrari al testo: Movimento Cinque Stelle, Forza Italia, Sinistra Ecologia e Libertà, Lega Nord, Fratelli D'Italia - Alleanza Nazionale.    

Il provvedimento è arrivato a Montecitorio il 12 maggio scorso, dopo un passaggio in commissione che ha portato diverse modifiche: dirigenti licenziabili solo dopo pagella negativa, stop ai rinnovi automatici, demansionamento, polo per i concorsi pubblici, numero unico per le emergenze, riordino dell'Avvocatura dello Stato, Freedom of information act.

Il ddl Madia (Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione) è approdato in Aula la settimana scorsa, dove sono giunte altre modifiche, tra cui l'abolizione del voto minimo di laurea per l'accesso ai concorsi e la revoca degli incarichi per i dirigenti condannati per danno erariale, anche se non in via definitiva.  

ll ministro Madia commenta: "La soddisfazione sarà massima quando queste norme e i relativi decreti legislativi si tradurranno in cambiamenti nella vita dei cittadini e degli imprenditori. Il lavoro è ancora tanto, ma quello di oggi è certamente un passo importante". 

Ora il testo torna al Senato, che aveva dato il suo primo via libera alla riforma a fine aprile, dopo un lungo iter, durato otto mesi, con la riscrittura di molte parti. Il governo si è impegnato a provvedere ai decreti attuativi, non pochi viste le deleghe, entro la fine dell'anno.
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