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ITALIA

L'intervento ad un convegno promosso da Libera

Cantone a Casal di Principe: "La corruzione è un danno per il Paese, serve un cambiamento culturale"

Il presidente dell'autorità anticorruzione ricorda don Peppe Diana: "Dalla sua morte c'è un'altra Casal di Principe". E dice: "Il termine Casalesi non è più sinonimo di malaffare"

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Da Casal di Principe, terra di Gomorra, il presidente dell'Anti Corruzione Raffaele Cantone si scaglia contro i danni causati dalla corruzione e lancia la sfida di una rivoluzione culturale dal basso sulla scorta di quanto accaduto in passato per combattere la mafia: ''La corruzione è un danno per il Paese, un tema che è stato sottovalutato per troppo tempo, quando si pensava che ce se ne poteva fregare se ci si accordava sugli appalti. Anzi, che chi lo faceva era sveglio. Non è cosi''.

Secondo Cantone, intervenuto a un convegno promosso da Libera in ricordo di don Peppino Diana, ''non è un problema di leggi, sono state fatte delle cose buone anche con le vecchie leggi, ma di mentalità. È una rivoluzione - ha detto l'ex pm anticamorra - che deve partire dal basso. Noi come Authority ce la stiamo mettendo tutta, ma servono più strumenti giuridici, soprattutto culturali, per far capire, come fu fatto all'epoca per la mafia, che la corruzione è un male come lo è la mafia che danneggia il tessuto sano del Paese e costringe i ragazzi ad andare via". 

Cantone, ricordando come "un segnale di cui tener conto" - così come si rileva dalle carte dell'inchiesta di Firenze sugli appalti in cui compare anche la raccomandazione di un monsignore in favore di un'impresa -, ha messo in guardia da "chi utilizza il brand dell'antimafia per fare affari" e ha auspicato l'eliminazione di "tante strutture commissariali che non commissariano nulla e creano altri danni". "Dobbiamo far passare - ha concluso - l'idea che la corruzione è uno dei mali più gravi del Paese. Questa è la sfida".

"Il termine Casalesi non è più sinonimo di malaffare", ha concluso Cantone sottolinendo che oggi "è una giornata di festa, siamo qui per ricordare don Peppino Diana e per dare giusto merito a tutti gli abitanti di Casale onesti e perbene che si stanno affrancando da un marchio che non corrisponde alla realtà".
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